La famosa processione del Venerdì Santo a Sorrento, in Campania: una fede antica che si esprime attraverso riti, costumi e simboli condivisi da secoli
Nel contesto della Settimana Santa, il Venerdì Santo rappresenta il momento culminante della Passione di Cristo: la crocifissione e la morte sul Golgota. In tutta Italia, questo giorno viene celebrato attraverso suggestive processioni religiose, che assumono forme diverse a seconda della regione ma condividono un unico intento: commemorare il sacrificio di Gesù. Le processioni si svolgono spesso al calare del sole, in un'atmosfera di raccoglimento e solennità. Le confraternite locali, vestite con abiti tradizionali, sfilano portando croci, statue del Cristo morto e della Madonna Addolorata, accompagnate da canti, preghiere e musiche struggenti come le marce funebri. Questi eventi non sono solo espressioni religiose, ma anche riti identitari per molte comunità, che tramandano di generazione in generazione un patrimonio di simboli e significati.
Una delle più emozionanti, si svolge a Sorrento, splendido borgo della provincia di Napoli. Uno degli appuntamenti religiosi e culturali più suggestivi della Settimana Santa in Campania, con un forte impatto emotivo e simbolico per la comunità locale e per i tanti visitatori.
Venerdì Santo, la processione religiosa di Sorrento
A Sorrento si svolgono due distinte e solenni processioni del Venerdì Santo, entrambe curate da antiche confraternite laicali. La prima, la Processione Bianca, detta anche “del Cristo alla colonna”, ha luogo alle prime luci dell’alba, generalmente intorno alle 4 del mattino. Un rito di penitenza che commemora la flagellazione di Gesù. I confratelli indossano un sacco bianco con cappuccio e una cintura nera. Il corteo sfila in un silenzio carico di tensione, interrotto solo dalle meditazioni, dai canti gregoriani e dal suono cupo delle percussioni. Il simulacro del Cristo, legato alla colonna e coperto da un velo, viene portato per le strade del centro storico tra due ali di fedeli commossi.
La seconda è la Processione Nera, detta anche “del Cristo morto”, si svolge la sera dello stesso giorno, intorno alle 20.30. I confratelli indossano una tunica stavolta nera, un cappuccio conico e portano una lanterna accesa, simbolo di veglia spirituale. Il corteo è aperto dalla croce e chiuso dalla statua dell’Addolorata e dal Cristo Morto disteso nel sepolcro. Le strade sono illuminate da torce e lanterne, creando un'atmosfera di intensa sacralità.
Un rito di popolo tra fede, arte e simbolismo
Entrambe le processioni rappresentano un raro esempio di religiosità popolare ancora intatta nella sua forma rituale. Il coinvolgimento della cittadinanza è totale: giovani e anziani si alternano nei ruoli rituali, mentre le famiglie affacciate ai balconi espongono lumi e drappi scuri. Il percorso delle processioni attraversa il cuore della città: via San Cesareo, Corso Italia, piazza Tasso, regalando scorci di profonda suggestione visiva ed emotiva. Le marce funebri, eseguite dalla banda musicale, accompagnano i momenti salienti e intensificano il senso di lutto e partecipazione. Uno degli aspetti più toccanti è il passaggio nei pressi del Chiostro di San Francesco, dove il silenzio si fa assoluto e il raccoglimento tocca l’apice. Ogni dettaglio ha un valore simbolico: dalla scelta dei colori agli oggetti portati in processione, tutto richiama la Passione e la morte di Cristo.