Trentino Alto-Adige, l'esemplare gesto di un commerciante prima di chiudere il suo negozio

Trentino Alto-Adige, il gesto esemplare del signor Claudio: ha salutato il suo storico negozio con un'azione di beneficenza

Di storie di negozi costretti ad abbassare la saracinesca dopo anni di attività, ve ne abbiamo raccontate tante, ahinoi. Oggi, la storia di Claudio Tamanini, commerciante di Primiero San Martino di Castrozza, comune della provincia autonoma di Trento, in Trentino-Alto Adige, si aggiunge, purtroppo, a questa triste lista. Ma si differenzia dalle altre, per un gesto, l'ultimo da commerciante, che Claudio ha compiuto, nel dire addio alla storica attività che per anni ha portato avanti.

Aveva una bottega di calzature, che negli anni ha vissuto, fino a subirne le più amare conseguenze, la crisi del commercio in Italia. Oggi, dopo tanto battagliare, il signor Tamanini ha deciso di salutare i suoi clienti. All'entrata del suo negozio è apparso un cartello, con cui il commerciante ha annunciato la chiusura, ringraziando "dal profondo del cuore" tutti i clienti che negli anni hanno supportato il suo lavoro. Ma prima di andare via, il bellissimo pensiero di vero cuore del signor Claudio ha chiuso con dignità una storia durata tanti anni.

Il negoziante, infatti, ha deciso di dare in beneficenza circa 1200 paia di scarpe alla Croce Rossa di Trento. Calzature che andranno, così, ai più bisognosi, e a coloro che non possono permettersi di acquistare quasi nulla. Il bel gesto di Claudio è stato sottolineato dai volontari che hanno accolto il bel dono del negoziante, che lo hanno pubblicamente ringraziato con un post Facebook.

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Il post Facebook apparso sulla pagina della Croce Rossa Italiana - Comitato di Trento


Un negozio dopo l'altro: l'inarrestabile crisi del commercio in Italia

La crisi del commercio in Italia è un fenomeno complesso che affonda le radici in una combinazione di fattori strutturali e congiunturali. Da un lato, la progressiva desertificazione dei centri storici, dovuta alla fuga delle attività commerciali verso la periferia e i centri commerciali, ha svuotato interi quartieri delle grandi città. Dall’altro, la crescita dell’e-commerce ha modificato profondamente le abitudini di consumo: la possibilità di acquistare online a prezzi più bassi e con maggiore comodità ha penalizzato il commercio tradizionale, soprattutto nei settori dell’abbigliamento e dell’elettronica.

A ciò si aggiungono fattori macroeconomici come la bassa crescita del PIL, l’inflazione e la perdita di potere d’acquisto delle famiglie italiane, che hanno ridotto i consumi. Inoltre, la pressione fiscale su piccole e medie imprese, la burocrazia e i costi di gestione elevati rappresentano ostacoli alla competitività. La pandemia ha infine accelerato processi già in atto, chiudendo migliaia di esercizi non in grado di adattarsi rapidamente ai nuovi scenari. Il risultato è un settore in difficoltà, che necessita di innovazione, sostegno pubblico e rigenerazione urbana per tornare ad essere competitivo.