Carovita, commerciante incredulo mostra le fatture: "Quanto è arrivato a costare oggi il pepe rispetto a prima"

Un piccolo esempio di come sta aumentando, inesorabilmente, il costo della vita in Italia. A cominciare dalle materie prime: lo spunto del presidente dell'Unione Nazionale Consumatori sul carovita in Italia

Sono lontani i tempi in cui si poteva dire che l'Italia è un paese in cui il costo della vita è sostenibile. Prima, paesi come la Francia erano visti da noi come posti impossibili in cui vivere, per le spese di tutti i giorni da affrontare. Possiamo dire lo stesso oggi? No, e il motivo è che la vita costa tanto anche qui. Un graduale e costante aumento che abbraccia tutti i settori, nessuno escluso. E che va a colpire in primis il 'posto', in senso figurato, più sensibile: il carrello della spesa. Niente di nuovo per chi tutti i giorni va al supermercato o in qualsiasi alimentari per acquistare il necessario per il pranzo e la cena. Qualcosa di risaputo, di amaramente assodato, ormai. Ma, certo, fa impressione notare come da un giorno all'altro gli aumenti non sono mica di 1, 2 centesimi, bensì di 20, 30 centesimi.

Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, ha realizzato un video molto esplicativo. Semplice, ma che arriva dritto al punto: l'incredulità dei commercianti dinanzi agli aumenti dei prodotti più 'poveri'. Come, addirittura, un vasetto di pepe.

Carovita in Italia, lo sfogo di questo commerciante: aumenti anche sul pepe

Dona fissa in un video lo sfogo di un commerciante che, mostrandogli le fatture del mese corrente, le paragona a quelle del mese scorso. Notando un particolare non di poco conto: un vasetto di pepe che prima costava 90 centesimi + iva, è oggi arrivato a costare 1.22 cent + iva. L'aumento è di 32 centesimi. "Tutto aumenta, per chi vende e chi compra", obietta l'esperto di tutela dei consumatori. "E magari ce n’è pure sempre di meno, di pepe, nel vasetto", dice, in riferimento alla shrinkflation, termine inglese con cui si definisce il fenomeno economico secondo cui le aziende riducono la quantità o il peso di un prodotto, senza diminuirne il prezzo, o addirittura lasciandolo invariato. E che porta, così, il consumatore a pagare la stessa cifra di prima, acquistando, però, meno prodotto.

"Poi ci credo che i consumatori non arrivano a fine mese", commenta, infine, Max Dona. L'aumento dei prezzi ha portato molte famiglie italiane a rivedere le proprie abitudini di consumo. Conseguenza inevitabile, con una crescente attenzione al prezzo rispetto alla qualità o alla sostenibilità. Col carovita che si insinua anche tra gli scaffali del supermercato, i bilanci familiari sono sempre più sotto assedio.