Carlo Conti e Sanremo, gli errori grossolani della seconda serata

Carlo Conti e il Festival di Sanremo: encefalogramma piatto, piattissimo

Gli ascolti non lo penalizzeranno, probabilmente, in questa edizione del Festival di Sanremo. Ma a lungo andare, Carlo Conti dovrebbe imparare dal suo predecessore Amadeus a essere, semplicemente, un po' meno... italiano. Ci spieghiamo meglio: anche la seconda serata dell'evento mediatico più potente dell'anno è trascorsa, e ci avviamo, con stasera, 13 febbraio, verso la metà della settimana santa della tv italiana. Gli ascolti non caleranno, dicevamo, e il motivo è semplice: Sanremo ormai è un brand, è una moda, è un obbligo. Non seguirlo isola, ci esclude automaticamente dalle conversazioni al bar, in ascensore, in metropolitana. Tutti ne parlano, tutti vogliono commentare, tutti sentono l'urgenza di esprimere una propria opinione su questa o quella esibizione. In poche parole, un po' come dice il (non originalissimo) motto di quest'anno, in effetti tutti cantano Sanremo.

Ma per quanto l'italiano medio sia ormai legatissimo alla kermesse ligure (e la storia c'entra poco: è tutto merito di Amadeus), ci si chiede quanto, alla lunga, sia davvero sopportabile i modo di fare del suo capitano. Carlo Conti, al timone del Festivàl anche l'anno prossimo, è infinitamente, noiosamente ordinario. Ingessato nella sua immagine di presentatore medio, nei suoi completi mai sopra le righe (non vi mancano le giacche esageratamente sbrilluccicose di Ama?) e nelle sue non prese di posizione, il presentatore fiorentino riesce nell'impresa di appiattire qualunque cosa. E di errori, anche se sono in pochi a sottolinearli, ne ha già fatti parecchi.

Sanremo, tutti gli errori di Carlo Conti: il conduttore più ordinario che c'è

Lasciando stare la sua ossessione per il gingle di Gabry Ponte, che ci costringe ad ascoltare ad ogni singola, benedetta pausa pubblicitaria, Conti, da bravo italiano, non resiste alla tentazione di riportare ogni cosa alla noiosa, deprimente normalità. Ed ecco che non perde occasione per ricordare la malattia di Bianca Balti, che nel pre-Sanremo l'aveva detto chiaro e tondo: "Non sono la mia malattia". Messaggio ignoratissimo dal suo compagno di viaggio, che ha chiamato la top model "guerriera", e le ha detto di dover essere "un grande esempio per tante donne".

carlo conti

Lasciando perdere anche le troppe, urticanti risate finte che si sforza fino all'inverosimile di fare, la cosa più triste della performance italiana (per dirla alla Stanis La Rochelle) di Conti è il suo infinito disagio dinanzi l'eccentricità di Cristiano Malgioglio. Troppo per Conti: un uomo, peraltro anziano, truccato, con i tacchi e lo strascico. Insopportabile per il conduttore di Tale e quale show, che non manca di ridimensionare un artista come Malgioglio e di rinchiuderlo nella dimensione della macchietta. L'omosessuale esagerato, brillantinato, il fenomeno da baraccone, lo strano. Quello i cui abiti lunghi e colorati sono qualcosa di incomprensibile, degno di un bonario sfottò. E infatti, in quello che doveva essere un giocoso confronto con Bianca Balti, la 'sfida glamour', Carlo Conti chiede a Malgioglio: "Qual è la prima cosa che noti in una donna?", ben consapevole dell'orientamento sessuale del suo co-conduttore. Fargli la domanda corretta sarebbe stato osare troppo, vero Carletto?