Agevolazioni prima casa, il chiarimento dell'Agenzia dell'Entrate: "Quando può chiederle anche chi vive all'estero"

È possibile per i cittadini italiani, residenti all'estero, chiedere le agevolazioni per la prima cosa: mediante la risposta a una lettera, l'Agenzia delle Entrate ha spiegato in quali casi.

Le agevolazioni per l'acquisto della prima casa in Italia mirano a favorire l’accesso alla proprietà immobiliare attraverso specifici benefici fiscali. Questi riguardano principalmente la riduzione delle imposte indirette. Se l’acquisto avviene da un privato o da un’azienda non soggetta a IVA, l’imposta di registro è ridotta al 2% del valore catastale dell’immobile, rispetto al 9% ordinario, mentre le imposte ipotecaria e catastale sono fisse a 50 euro ciascuna. In caso di acquisto da un’impresa con IVA, questa è calcolata al 4%, anziché al 10%, con imposte ipotecaria, catastale e di registro pari a 200 euro ciascuna.  Per accedere a queste agevolazioni, l’immobile deve essere situato nel comune in cui l’acquirente ha o trasferirà la residenza entro 18 mesi, e l’acquirente non deve possedere altri immobili nello stesso comune né aver acquistato precedentemente abitazioni usufruendo delle stesse agevolazioni.

Esistono ulteriori benefici per i giovani under 36 con un ISEE inferiore a 40.000 euro annui, che prevedono l’esenzione dall’imposta di registro e dalle imposte ipotecarie e catastali, oltre all’esenzione dall’imposta sostitutiva per chi accende un mutuo. Questi vantaggi offrono un notevole risparmio fiscale, rendendo più accessibile l’acquisto della prima abitazione e supportando in particolare i giovani e le famiglie. In merito a queste agevolazioni, possono sorgere dei dubbi importanti. Uno di questi è il dubbio di Gilberto, un contribuente che ha fatto un'interessante domanda all'Agenzia delle Entrate, mediante la Posta di FiscoOggi, rivista ufficiale del suddetto ente.

Agevolazioni prima casa: ecco quando è possibile ottenerli, pur risiedendo all'estero

In particolare, Gilberto ha spiegato di essere un italiano emigrato all'estero, e in particolare, nel Regno Unito, per lavoro, e ha chiesto se fosse possibile usufruire dei benefici per la prima casa senza l'obbligo di prendere la residenza nel Comune dove si trova l'immobile. In risposta, l'ente ha sottolineato che, per una valutazione completa della situazione, sarebbe necessario disporre di ulteriori dati, come quelli sul possesso di altri immobili sul territorio italiano o sull’eventuale utilizzo di agevolazioni fiscali per precedenti acquisti. Senza tali dettagli, comunque, l'Agenzia delle Entrate ha riepilogato le condizioni stabilite dalla nota II-bis (comma 1, lettera a) della Tariffa Parte 1 dell’Articolo 1 del Dpr 131/1986, utili per comprendere quando un cittadino trasferitosi all’estero può richiedere le agevolazioni per l’acquisto della prima casa in Italia. Secondo quanto stabilito, le agevolazioni sono riservate ai contribuenti che soddisfano contemporaneamente alcune condizioni.

Agevolazioni prima casa
La comunicazione dell'Agenzia delle Entrate su Twitter - X.

In particolare, devono essersi trasferiti all’estero per motivi lavorativi, indipendentemente dalla tipologia di lavoro, che può essere sia autonomo sia subordinato; tale trasferimento deve essere avvenuto prima dell’acquisto dell’immobile, poiché uno spostamento successivo non consente di beneficiare delle agevolazioni. Inoltre, è necessario che il contribuente abbia risieduto in Italia per almeno cinque anni, anche non consecutivi, o che per lo stesso periodo abbia svolto attività lavorativa sul territorio nazionale. L’immobile, infine, deve trovarsi nel Comune di nascita del richiedente, oppure in quello in cui risiedeva o lavorava prima del trasferimento. L’Agenzia precisa inoltre che devono essere rispettati i requisiti di cui alle lettere b) e c) della citata nota II-bis, ossia l’assenza di altri diritti reali su immobili nello stesso Comune e la mancata fruizione delle agevolazioni in precedenza. Non è, quindi, in questi casi, necessario che il richiedente trasferisca la propria residenza nel Comune in cui si trova l’immobile.