Liguria, ristoratore a corto di personale per Capodanno: "Offro lavoro, ma i camerieri di oggi sono fuori di testa"

Riceviamo e pubblichiamo una lettera di sfogo di un lettore dalla Liguria, titolare di un ristorante. Per la sera di Capodanno non è riuscito a reperire personale: "Offro lavoro, ma non alle loro condizioni"

"Scrivo questa lettera perché sento il bisogno di condividere una riflessione, mista a frustrazione, sulla situazione che sto vivendo come ristoratore, e che sono certo non sia un caso isolato. Gestisco un ristorante in Liguria (preferisce non dire da quale città scrive, ndr) di medio livello, una piccola realtà costruita con fatica, sacrifici e, diciamolo, anni di "gavetta". Ora, con il Capodanno alle porte, mi trovo a fronteggiare un problema che fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile: non riesco a trovare camerieri per la serata più importante dell’anno".

"Non è che manchino i candidati. I giovani si presentano, eccome. Ma i colloqui vanno male, uno dopo l’altro, e per motivi che mi lasciano basito. Le richieste che avanzano sono irrealistiche per chi, magari, è alla prima esperienza o ha appena iniziato a lavorare nel settore. C’è chi chiede turni brevissimi, chi esige il weekend libero – proprio nel nostro campo, dove il weekend è sacro – e chi pretende stipendi che, francamente, sono fuori dalla mia portata. E parliamo di Capodanno, una serata in cui, per definizione, ci si rimbocca le maniche e si lavora sodo, magari fino all’alba".

"Non fraintendetemi, capisco che il lavoro debba essere pagato adeguatamente, e non mi sottraggo a questa responsabilità. Ma quello che sembra mancare è la consapevolezza che nel nostro settore non si può partire dalla cima. La "gavetta" esiste, e per me resta un passaggio fondamentale. Non capisco come si possa pensare di avere tutto subito: flessibilità, orari comodi, compensi alti, e magari anche ferie garantite".

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Liguria, lo sfogo di un ristoratore: "I giovani di oggi? Fuori di testa: offro lavoro, ma non alle loro condizioni"

"Forse sono io che sono rimasto indietro con i tempi. Forse oggi i giovani non sono più disposti a sacrificarsi come facevamo noi, e pretendono giustamente di essere gratificati sin da subito. Ma mi chiedo: dove va a finire il valore dell’esperienza? Della crescita professionale che si ottiene con pazienza e dedizione? Se ci si tira indietro anche davanti a una serata come quella di Capodanno, che è un’opportunità per guadagnare bene e farsi conoscere, cosa ci si può aspettare dal futuro?"

"Non so quale sia la risposta. So solo che io, con tutta la mia buona volontà, non riesco a trovare un punto di incontro tra quello che i giovani chiedono e quello che io posso offrire. Mi sento un po’ sconfitto, come ristoratore e come datore di lavoro, e non posso fare a meno di chiedermi: è il mondo che sta cambiando troppo in fretta, o sono io che non riesco a stare al passo? Per me, l'atteggiamento dei giovani di oggi è da fuori di testa. Offro lavoro, ma non alle loro condizioni. Firmato, un ristoratore stanco ma non ancora arreso".