Ristoranti, attenzione al 'trucchetto' del menu: può farci spendere di più

Piccolo trucchetto che alcuni ristoranti usano per nascondere l'importo delle portate: il consiglio dell'esperto a tutela del consumatore

La trasparenza nei confronti del consumatore è un aspetto cruciale per il successo e la credibilità delle attività, in particolare quelle operanti nel settore della ristorazione. Un rapporto onesto nei confronti del consumatore aiuta a costruire e mantenere un rapporto paritario con chi acquista e consuma. Quando un cliente percepisce onestà e chiarezza, è più propenso a tornare e a raccomandare l'attività ad altri. Ad esempio, informazioni chiare sugli ingredienti utilizzati, sull'origine dei prodotti e sui metodi di preparazione dimostrano integrità e rispetto per il consumatore. Ma un altro aspetto cruciale, se pensiamo ai ristoranti, ai bar e a tutti i locali di somministrazione di bevande e cibi, è quello di rendere chiaro il prezzo dei prodotti in vendita. E quindi, sui menu.

L'ultimo caso analizzato da Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, riguarda proprio questo. Nel menù di un ristorante, posso indicare il prezzo dei diversi piatti in lettere e quindi non in numeri? Non so, 15 euro scritto quindici?". Questa è la domanda che gli è stata posta da un ristoratore durante una consulenza. La risposta non è scontata.

Ristoranti, attenzione a questa pratica sui menu: "Serve per nascondere l'importo"

"Non è vietato per legge, ma la trasparenza sui prezzi è uno degli assetti fondamentali della tutela del consumatore", premette Dona. "Quindi, credo che indicare il prezzo in lettere non sia il massimo, dal punto di vista dell'accoglienza. Naturalmente, il ristoratore pensa di farlo non solo per darsi un tono, ma anche un po' per nascondere l'importo. Chiaro che il nostro cervello ha più facilità nell'individuare i numeri e nel confrontarli. Immaginatevi dei piatti tutti in fila, con i diversi prezzi in numero: è chiaro che io posso individuare facilmente quello meno costoso, quello più adatto alle mie esigenze. Se il prezzo fosse scritto in lettere, siamo un po' meno trasparenti. Quindi, onestamente da un punto di vista di relazione con il consumatore lo sconsiglierei", dice l'esperto in materia. 

Un caso simile, sempre analizzato da Dona, è quello del prezzo di un prodotto, aumentato perché acquistato in orario notturno. Lo spunto è stato fornito dalla testimonianza di un utente, che si era lamentato di aver pagato un piccolo sovrapprezzo su un kebab. Secondo il presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, è lecito che il ristoratore cambi il prezzo a seconda dell'orario o di altre esigenze specifiche. Purché, però, sia ben specificato al cliente che acquista. Ancora una volta, la trasparenza nei confronti del consumatore è alla base di ogni attività di successo.