Una lettrice dalla Sicilia, di professione commessa, ci ha scritto per condividere con noi un'esperienza difficile capitatele durante l'orario di lavoro
"Mi chiamo Linda, o almeno questo è il nome che ho scelto per raccontare questa storia senza rivelare troppo di me stessa. Lavoro come commessa in una profumeria in provincia di Catania. Adoro il mio lavoro, mi piace consigliare i clienti e aiutarli a trovare il profumo perfetto, quello che racconta qualcosa di loro, che li rappresenta. Ma qualche giorno fa ho vissuto una situazione che mi ha lasciata profondamente a disagio e ho bisogno di condividerla. Era un pomeriggio come tanti altri. Ero impegnata a sistemare alcuni scaffali quando un uomo, sulla quarantina, si è avvicinato con un sorriso che all’inizio sembrava gentile. Mi ha chiesto di aiutarlo a scegliere un profumo per far colpo su una donna. Fino a quel momento, nulla di strano: succede spesso che i clienti cerchino consigli per regali romantici. Ho iniziato a fargli qualche domanda per capire meglio i suoi gusti e le preferenze della persona a cui voleva regalarlo".
Il racconto di Linda continua: "Il problema è iniziato quando, dopo aver testato diversi profumi, ha insistito in modo un po’ invadente affinché fossi io ad aiutarlo, rifiutando l’assistenza di un mio collega. Diceva che si fidava solo del mio parere. Sembrava una scelta casuale, ma il suo comportamento ha cominciato a mettermi a disagio. Battutine, commenti fuori luogo, uno sguardo che non lasciava dubbi sul fatto che il suo interesse non era solo per il profumo".
Sicilia, commessa riceve in regalo il profumo appena venduto a un cliente: "Mi sono sentita paralizzata"
"Alla fine ha scelto un profumo costoso. L’ho incartato, ho battuto lo scontrino e pensavo che fosse finita lì. Ma poco dopo, con un gesto teatrale, è tornato e me lo ha regalato. “Questo è per te, perché sei tu la donna che vorrei far innamorare”, ha detto davanti agli altri clienti e ai miei colleghi. Mi sono sentita paralizzata. Non sapevo cosa fare. Non potevo accettare quel regalo, ma al tempo stesso mi trovavo di fronte a una situazione difficile da gestire professionalmente. Ho cercato di mantenere la calma, gli ho restituito il pacchetto con un sorriso forzato e gli ho spiegato che non potevo accettare doni dai clienti. Lui ha insistito, ma alla fine se n’è andato, visibilmente irritato".
"Quell’episodio mi ha lasciato addosso una sensazione di disagio che mi è difficile scrollarmi di dosso. Non è solo per il comportamento inappropriato dell’uomo, ma per il fatto che mi sono sentita impotente e non supportata in quel momento. Ho cercato di affrontare la situazione con professionalità, ma dentro di me ero in tumulto. È un tipo di difficoltà che non viene mai menzionato quando si parla di lavori come il mio. Scrivo questa lettera per dare voce a un aspetto poco considerato del nostro lavoro: il disagio e l’imbarazzo che possiamo provare quando alcuni clienti superano i limiti. Mi piacerebbe che ci fosse maggiore sensibilità su questo tema, sia da parte delle aziende che dei clienti stessi. Noi commesse non siamo solo sorrisi e consigli: siamo persone, e meritano rispetto la nostra professionalità e i nostri confini".