La tragedia a Napoli: Cristina Frazzica sarebbe stata travolta da un'imbarcazione mentre si trovava a bordo di un kayak nel mare di Posillipo
Un dramma che ha sconvolto Napoli, quello della morte di Cristina Frazzica, ricercatrice di 31 anni morta mentre trascorreva una mattinata in mare in kayak, al largo di Posillipo. Pogava insieme all'amico Vincenzo Carmine Leone, avvocato penalista, quando i due sono stati travolti da un'imbarcazione. La dinamica di questa vicenda è ancora tutta da chiarire: a quanto pare, a travolgere i due natanti sarebbe stata una barca i cui conducenti sarebbero stati ignari della presenza dei ragazzi in mare. La barca in questione sarebbe di proprietà di Guido Forgiuele, anche lui avvocato. Quest'ultimo, nel giro di poche ore, da primo soccorritore è diventato il principale indiziato per la morte di Cristina. A quanto pare, infatti, Forgiuele avrebbe prestato i primi soccorsi a Leone, che dal mare si sbracciava per chiedere aiuto.
Ma, forse (lo chiariranno le indagini) potrebbe essere stata la sua stessa imbarcazione a investire il kayak a bordo del quale si trovava Cristina. La ragazza, originaria di Taurianova e residente a Voghera, si era di recente trasferita a Napoli per motivi di studio. La donna, infatti, frequentava la PharmaTech Academy, un percorso di alta formazione nel campo della ricerca.
Napoli, Cristina muore in kayak: le indagini chiariranno l'esatta dinamica della tragedia nel mare di Posillipo
L'incidente è avvenuto al largo di Villa Rosebury, residenza estiva del Presidente della Repubblica. Dubbi emergono anche sul piano dei soccorsi: a quanto pare, infatti, l'allarme per i soccorsi sarebbe stato lanciato in ritardo. Una circostanza senza dubbio problematica e sfavorevole: in mezzo al mare e sotto shock per quanto avvenuto, i tempi potrebbero essersi dilatati. La domanda è: Cristina si sarebbe potuta salvare? O l'impatto è stato così forte da uccidere la ricercatrice sul posto? Interrogativi ai quali gli inquirenti proveranno a dare risposte certe nelle prossime ore. Intanto, la famiglia della povera Cristina ha raggiunto Napoli, per recuperare il corpo della ragazza, quando possibile. Sulla salma potrebbe essere infatti necessario eseguire un esame autoptico.