Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una nostra lettrice che ci scrive da Torino. Il suo sfogo per riflettere sulle condizioni di lavoro a cui in tanti sono sottoposti, e per pochi euro all'ora. "Il mio capo mi ha sgridato perché mi sono seduta".
Tuttonotizie riceve regolarmente email e segnalazioni dai lettori, che ringraziamo, inerenti situazioni di disagio e denunce, molte delle quali inerenti la sfera lavorativa. Scegliamo di pubblicare l'email che ci è arrivata da parte di una nostra lettrice che ci scrive da Torino. La giovane, che preferisce restare anonima e che chiameremo quindi con il nome di fantasia Mery, lavorava, fino a qualche settimana fa, come commessa in un negozio di profumeria. Ma un diverbio con il suo ormai ex datore di lavoro l'ha portata a licenziarsi, a causa della ramanzina, secondo lei esagerata, ricevuta da questi. Riportiamo integralmente la sua lettera.
"Il mio capo mi ha sgridata perché ero seduta: me ne sono andata"
"Lavoro come commessa, e accetto le proposte che più mi interessano, senza particolari pretese. Ho lavorato in un negozio di casalinghi, in uno di telefonia, in una tabaccheria. Insomma, lì dove c'è lavoro, vado. Esperienze che mi hanno consentita di sviluppare una certa propensione verso il pubblico, modi di fare gentili e accoglienti, per mettere il cliente a proprio agio. Purtroppo, però, mi ritrovo sempre precaria: praticamente quasi tutti i contratti di lavoro che ho firmato duravano 6 mesi, e mi è andata bene quando mi è stato rinnovato fino a un anno".
"Comunque, vi scrivo per raccontarvi la mia ultima esperienza lavorativa, che questa volta sono stata io a troncare. E il motivo è per il trattamento ricevuto dal mio capo: come mi ha trattata lui, davvero mai nessuno in precedenza, nei miei oltre 10 anni di esperienza. Il lavoro di cui vi parlo consisteva nell'accogliere i clienti in negozio, invitandoli, lì dove interessati e senza insistenza, a provare le varie profumazioni che avevamo in offerta quella settimana. Mi piaceva molto, ma c'era una cosa molto negativa: non potevo sedermi mai".
"Nei giorni festivi restavo in piedi anche 12 ore"
Continua Mery: "Non che volessi riposarmi o cose così, ma dovete considerare che il turno durava sempre 8 ore. E a volte, nei giorni di festa come il Natale, mi veniva chiesto di fare anche degli straordinari, che mi portavano quindi a stare in piedi anche 10, 12 ore. Chiunque avrebbe bisogno di sedersi due minuti ogni tanto: non fa bene alla schiena, alla circolazione, alla mente. Un giorno ero particolarmente stanca e mi sono seduta una singola volta: il mio capo è venuto da me e mi ha fatto una partaccia esagerata, per di più davanti ai clienti. Me ne sono andata: credo che certe pretese non siano legali".