Giulio Regeni, parla l'allora ambasciatore italiano a Il Cairo, Maurizio Massari: la ricostruzione dei giorni della scomparsa del ricercatore friulano, fino al ritrovamento del cadavere martoriato
Sono trascorsi 8 anni dalla sparizione e, in seguito, dal ritrovamento del cadavere di Giulio Regeni, ma la verità ancora non è venuta a galla. Uno dei casi più brutti della storia diplomatica del nostro paese, che ha per sempre guastato i rapporti tra Italia ed Egitto. Qui, infatti, il ricercatore friulano fu rapito e sottoposto a indicibili torture, che causarono, infine, il suo decesso. Il corpo del ragazzo fu ritrovato una manciata di giorni dopo la sua scomparsa, non lontano da una prigione dei servizi segreti nazionali. Bugie, depistaggi e otto anni di attesa per la famiglia di Regeni, dottorando dell'Università di Cambridge.
Maurizio Massari, ex ambasciatore italiano al Cairo, ha testimoniato nel processo davanti alla Corte d'Assise di Roma a carico di quattro 007 egiziani. Massari ha seguito, per la sua carica, molto da vicino il caso della sparizione del giovane, fino al ritrovamento del corpo. Nell'obitorio dove si recò per vedere la salma del giovane, Massari fece la terribile scoperta delle torture subite da Regeni nelle sue ultime ore di vita. L'ex ambasciatore ha parlato di "evidenti segni di torture": visibili a un primo sguardo i numerosi colpi ricevuti dal povero ricercatore lungo tutto il corpo. "Ematomi e segni di fratture e tagli", ha riferito Massari, in un racconto drammatico e doloroso fatto dinanzi ai giudici.
Giulio Regeni, sul suo corpo evidenti segni di torture: "Tagli e fratture"
La visita all'obitorio fu l'ultima tappa di una ricerca che probabilmente Massari mai si sarebbe aspettato di concludere così. Di solito, ha raccontato, gli italiani scomparsi venivano ritrovati dopo qualche giorno. Un trattamento così atroce potrebbe spiegarsi solo con l'attività di ricerca che Regeni stava svolgendo in quel periodo. Il dottorando aveva, forse, scoperto qualcosa di molto scomodo, tale da attirare l'attenzione delle autorità egiziane.
A lanciare l'allarme della scomparsa di Giulio, fu un professore con cui il ragazzo aveva un appuntamento. Fu il docente a contattare l'allora ambasciatore Massari, denunciando l'immotivata scomparsa del suo studente. no. Sempre come testimoniato da Massari nella sua ricostruzione, la notizia del ritrovamento del corpo del ricercatore friulano è arrivata dalla tutor di Regeni presso l'università americana al Cairo. "Fu lei a dirimi dove si trovava il corpo". La tutor, ha detto il diplomatico, gli consigliò di recarmi sul posto, "e di insistere affinché l'autopsia non venisse effettuata in Egitto".
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