Il cartello esposto da un fruttivendolo ambulante in Sicilia non è passato inosservato: dietro l'ironia si cela una verità disarmante.
In Sicilia, terra di sole, mare e vento, un'isola dove la storia si mescola alla leggenda e la natura esplode in un mosaico di colori e sapori, un fruttivendolo ambulante ha deciso di condividere con il mondo una perla di saggezza popolare, non attraverso le parole, ma con un cartello esposto sul suo apecar. Questo veicolo, più di un semplice mezzo di trasporto, è diventato un simbolo di tradizione, di quotidianità e di quella saggezza intrisa di umorismo e verità che caratterizza il popolo siciliano.
La saggezza popolare, un tesoro di conoscenze tramandate di generazione in generazione, si esprime spesso attraverso proverbi, detti e, in questo caso, cartelli. Essa riflette l'osservazione acuta della vita quotidiana e delle sue dinamiche, offrendo consigli, ammonimenti o semplicemente un sorriso, in modo conciso ma profondo. I fruttivendoli ambulanti, con le loro apecar cariche di frutta e verdura fresca, sono custodi di questa saggezza, testimoni viventi di un modo di vita che, nonostante l'avanzare della modernità, si rifiuta di scomparire. Il cartello del nostro fruttivendolo siciliano non è solo un invito a fermarsi per comprare prodotti freschi, ma anche una riflessione sul mondo in cui viviamo.
Il cartello del fruttivendolo ambulante in Sicilia
Il cartello in questione ha letteralmente fatto il giro del web grazie alla sua condivisione da parte di Cristiano Militello, lo storico inviato di Striscia la Notizia, sui suoi profili social. Ma cosa recita questo divertente e, allo stesso tempo, riflessivo cartello. "Nel 1970 sono andato a Venezia siccome non c'era Facebook ve lo dico solo ora". Questo è l'ironico messaggio del fruttivendolo ai passanti. Oltre ad attirare l'attenzione e invogliare all'acquisto presso il suo 'negozio', il fruttivendolo, forse involontariamente, ha toccato un argomento di estrema attualità.
Infatti, questo messaggio ci impone una riflessione sul mondo di oggi. Un mondo in cui tutto e tutti sono interconnessi. Siamo abituati a condividere ogni attimo della nostra vita sui social network. Tutti sanno quello che facciamo e noi sappiamo tutto degli altri. Nel 1970, però, non era così. Per informarsi sul mondo bisognava comprare i quotidiani in edicola, guardare il telegiornale. C'era il passaparola. I cellulari non esistevano. Era un mondo completamente diverso rispetto a quello attuale. Forse un po' arcaico ma sicuramente più genuino e vero. Un mondo in cui, l'assenza dei social e di Internet, permetteva di godersi a pieno ogni attimo di vita vissuta.
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