Le autorità russe hanno dato alla madre di Alexei Navalny un ultimatum illegale di 3 ore per decidere sui funerali del figlio: le due possibilità proposte.
Secondo quanto riportato da più fonti autorevoli interne ed esterne alla Russia, le autorità russe avrebbero messo la madre di Alexei Navalny spalle al muro. Ieri, infatti, Lyudmila ha comunicato di aver finalmente visto il corpo del figlio deceduto dopo un'odissea durata svariati giorni. In quell'occasione, la madre di Navalny ha anche firmato tutti i documenti necessari per le procedure burocratiche, compreso il certificato di morte in cui si comunica che il principale oppositore di Putin è deceduto per cause naturali.
Una volta uscita dall'obitorio, la madre ha denunciato di aver subito pressioni da parte delle autorità penitenziarie affinché accettasse che il figlio venisse seppellito segretamente nella colonia penale dell'Artico russo dove ha incontrato la morte. La madre, però, ha rifiutato la proposta. Ora, le autorità russe hanno dato alla madre un ultimatun di 3 ore. Le alternative davanti a Lyudmila sarebbero due: accettare i funerali segreti e privati oppure a seppellirlo saranno le autorità nella colonia penale. Ovviamente, quest'utlitmatum non ha alcuna valenza legale. Ma, purtroppo, in Russia, la legge viene spesso piegata agli interessi del potere del regime di Putin.
Perché le autorità hanno dato un ultimatum alla madre di Navalny sui funerali
Il motivo dietro a questo ultimatum delle autorità russe è da ricercare nel timore delle autorità rispetto alla risonanza che potrebbe avere il funerale di Navalny a poco meno di un mese dalle elezioni presidenziali. Come ha spiegato ai nostri microfoni lo storico della Russia Giovanni Savino, i funerali pubblici di Navalny in Russia o all'estero potrebbero assumere i contorni di una manifestazione politica di dissenso contro il regime. Addirittura, qualora avrebbero luogo all'estero, potrebbero partecipare diversi leader politici, dandogli i contorni di un funerale di Stato. In patria, invece, i funerali pubblici potrebbero essere un problema dal punto di vista della gestione dell'ordine pubblico.
Ne è una conferma anche il rifiuto che hanno ricevuto gli organizzatori di una marcia di 50.000 per ricordare Navalny e l'oppositore Boris Nemtsov, assassinato nel 2015 a due passi dalle mura del Cremlino. Il potere russo non vuole lasciare alcuno spazio di manovra a chi si oppone alla volontà del regime e, di sicuro, non permetterà che Navalny, anche dopo la morte, continui a rappresentare il fulcro dell'opposizione a Vladimir Putin. In questo contesto, il regime non sembra neanche avere compassione per una madre che vuole ricordare nella maniera più dignitosa possibile il figlio morto solo per aver difeso fino all'ultimo le sue idee politiche. Tuttavia, per Putin disfarsi dell'eredità immateriale di Navalny non sarà così facile. Le idee sono più difficili da eliminare rispetto alle persone che le diffondono.
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