Emilia-Romagna, cliente al supermercato rivolge una frase vergognosa alla cassiera
Il lavoro è dignitoso sempre, di qualsiasi lavoro si tratti. Non dovrebbe essere un concetto piuttosto appurato oggi, nel 2024, con una crisi occupazionale tutta sulle spalle delle nuove generazioni? Un sogno che si è un po' infranto, quello degli universitari carichi di titoli e armati della migliore formazione: l'impatto con il mondo del lavoro è molto spesso traumatico. Se non si hanno famiglie facoltose alle spalle, se non si possiede un'attività già avviata, se non si hanno gli strumenti sufficienti a perseguire una carriera che fatica, altrimenti, a decollare. Tutti coloro che non vogliono intraprendere la difficile strada degli studi, scelgono di lavorare subito, scegliendo anche mestieri difficili.
Come quello del cassiere del supermercato, un lavoro certamente impegnativo, sempre a contatto con la clientela esigente, la gestione della cassa, l'incasso e la registrazione dei pagamenti, la verifica dei prezzi, il rilascio di ricevute di pagamento e la gestione di eventuali reclami. I requisiti per diventare cassiere non richiedono titoli di studio particolari, ma è importante possedere abilità come orientamento al cliente, capacità relazionali e comunicative, serietà e onestà. E l'orario di lavoro può essere variabile in base ai turni e alle esigenze del supermercato. Insomma, un lavoro come tanti, che per quanto umile, non merita di essere denigrato. Quanto, invece, è successo a una dipendente di un supermercato in Emilia-Romagna.
Emilia-Romagna, cliente al supermercato insulta gratuitamente la cassiera. La riflessione di un collega è da leggere
La testimonianza, ritrovata su Facebook, ci ha colpito. A riportarla è un collega della cassiera, vittima di una vera e propria mortificazione gratuita da parte di una cliente. Chi scrive fa una premessa: "Lavoro in un supermercato ormai da giugno, mi trovo bene coi colleghi, e la paga è quella di un full time (1300/1400 euro), pure se faccio 30/35 ore settimanali (questo perché faccio alcuni scarichi notturni, mediamente due a settimana, fino alle 00:30, alternandomi coi colleghi. Ovviamente non è un lavoro che nessuno definirebbe da sogno (chi diavolo "aspira" a lavorare in un supermercato?). Però mi lascia una buona quantità di tempo libero per i miei hobby".
Detto ciò, il giovane cassiere passa al racconto dell'aneddoto che lo ha ferito: "Oggi si presenta una cliente con figlia appresso, va alla cassa di una mia collega, e dice alla bimba: "Studia che altrimenti finirai come lei". Ora, meno male che non l'ho sentita (la collega mi ha riportato il fatto successivamente), ma onestamente non so se mi sarei trattenuto dal ricoprirla di insulti, lei e la sua discendenza, che sicuramente verrà su da Dio con un modello del genere. Forse l'avrei fatto, mandando al diavolo ogni chance di indeterminato a giugno". E una riflessione amara, sul finale: "Se sei disoccupato ti insultano. Se hai un lavoro non desiderabile, sei considerato uno zerbino calpestabile gratuitamente, e se sei laureato e fai un lavoro al di sotto delle tue possibilità, sei un fallito. Se studi materie che non sono informatica, ingegneria o simili, ti meriti di lavorare al McDonald's".