Puglia, azienda propone un tirocinio per la figura professionale di magazziniere. L'annuncio finisce su Facebook, dove nasce una polemica per la paga offerta ai candidati. Giusto o sbagliato?
Il mondo del lavoro così com'è, oggi in Italia, rischia in troppi casi di schiacciare le ambizioni e la volontà di chi, carico di aspettative e di voglia di rimboccarsi le maniche, si mette sul mercato. Dal momento che, troppo spesso, sembra che le aziende facciano di tutto per pagare sempre di meno il professionista. Al quale viene, comunque, richiesta una certa preparazione. Per rendere più chiaro il concetto, partiamo da un caso, individuato sui social, di un tirocinio offerto da un'azienda a Brindisi, Puglia. L'azienda in questione pubblica un annuncio di lavoro su uno dei tanti siti preposti, dove viene notato da un utente. Questi, però, anziché passare all'annuncio successivo, sceglie di sottoporre all'attenzione di altri utenti il testo dell'offerta lavorativa in questione. Che promette a chi si candida una paga di 600 euro al mese, retribuzione di 40 ore settimanali dal lunedì al venerdì.
Il candidato o la candidata devono essere "preferibilmente neodiplomato/a, possedere una buona conoscenza operativa dei principali sistemi informatici, buone doti organizzative e di team-working". Luogo di lavoro è la zona industriale di Brindisi, con inizio lavoro a partire dal prossimo 4 marzo. L'annuncio è aperto per le posizioni di magazziniere, addetto alla logistica e addetto ai trasporti. L'annuncio in questione è questo qui:
Puglia, azienda offre tirocinio a 600 euro al mese per 40 ore settimanali: la paga fa discutere
Ciò che discutere è la tipologia di contratto offerto: tirocinio. Termine con cui si indica un'esperienza formativa svolta presso un'azienda o un ente, finalizzata all'acquisizione di competenze professionali. Secondo la legge italiana, il tirocinante ha diritto a un'indennità di partecipazione, la cui retribuzione minima è di almeno 300 euro lordi al mese. Tuttavia, la retribuzione effettiva può variare a seconda della regione in cui ha sede l'azienda. Ad esempio, in alcune regioni come il Lazio, la retribuzione media di uno stagista è di circa 800 euro, mentre in Sicilia è di circa 300 euro.
Ma tirocinio non equivale a lavoro. Eppure, capita che molte aziende nascondino mansioni a tutti gli effetti lavorative, dietro la dicitura di tirocinio.
Sotto al post in questione si è infatti scatenato un acceso dibattito. "I tirocini, il primo sfruttamento legalizzato. Da vergogna!", scrive Doroty. "Li farei lavorare ha loro per 600 euro io in Italia: è uno schifo", commenta Maurizio. "Se non accetti per la società sei un vagabondo che vuole tutto e subito. L'Italia ormai è al collasso come lavoro, e nessuno fa niente. Per quanto andrà avanti non lo so: io a breve cambierò paese, qui si vive bene se nasci in un contesto già avviato", scrive Gaetano. "Da denuncia", sentenzia Chiara.
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