La lezione che Lorenzo Tramacere, cugino di Tatiana Tramacere, dà a tutti i media italiani: perché le sue parole sono preziose
In un mondo in cui tutto viene maciullato e sputato via come in un tritacarne, fermarsi a pensare e, soprattutto, ad ascoltare, piuttosto che emettere sentenze, è più urgente che mai. Con il caso di Tatiana Tramacere, la giovane donna di 27 anni sparita nel nulla per 11 giorni da Nardò, e poi ritrovata a pochi metri da casa, si è scritta una tristissima pagina di giornalismo italiano. Un’altra. Sembrava quasi un femminicidio annunciato: l’angoscia, le ricerche, il fiato sospeso, nella speranza che l’epilogo non fosse il solito, non un’altra morte.
Ancora è viva l’eco della morte di Giulia Cecchettin, ritrovata senza vita dopo lunghi e interminabili giorni di sparizione. E più di Tatiana non si avevano informazioni, più cresceva l’angoscia, e più la mente tornava a quel terribile novembre 2023, quando i giornali diedero la notizia della morte di Giulia. Ma per fortuna questo caso qui ha avuto un finale diverso: Tatiana è viva. Si era nascosta in casa di Dragos Gheormescu, l’amico al quale la giovane avrebbe chiesto aiuto. “Voleva isolarsi dal mondo“, ha detto lui.
In poche ore, da annunciata vittima, Tatiana è stata trasformata, dalle tv e da alcuni giornali italiani, a crudele stratega. “Voleva diventare famosa“, “cercava visibilità, forse per aumentare il numero dei suoi follower“, scrivono sui social e dicono nei salotti tv. Una critica spietata, verso una ragazza che, evidentemente, vive un disagio.

Tatiana Tramacere, le parole di suo cugino Lorenzo: una grande lezione che tutti dovrebbero ascoltare
Nella giornata di ieri, Lorenzo Tramacere, cugino di Tatiana, ha pubblicato un lungo post sui social che, secondo noi, tutti dovrebbero leggere. Per ricordare una grande lezione: nessuno ha il diritto di giudicare nessuno. L’ondata di critiche e cattiverie che ha travolto la 27enne di Nardò, ricorda il giovane, è pericolosa: “Una ragazza sommersa dall’odio può cadere in un buco nero da cui è difficilissimo uscire. Può scivolare in una depressione profonda, e quando una persona smette di reggere il peso del mondo, il rischio sappiamo qual è“.
Quel che tutti sembrano aver dimenticato è che, continua Lorenzo, “ciò che conta davvero è la sicurezza di Tatiana, la sua salute, la sua verità, qualunque essa sia”. “Tatiana non è un titolo, non è un caso mediatico, non è un bersaglio. È una persona. E merita di essere trattata come tale, ora più che mai”.
