Quali sono i sintomi dell’intolleranza al lattosio, perché si manifestano e come ridurli: i consigli dell’esperto.
L’intolleranza al lattosio è una delle intolleranze alimentari più diffuse. Essa dipende dall’incapacità da parte dell’intestino tenue di produrre una quantità sufficiente dell’enzima lattasi, il quale serve a digerire, per l’appunto, il lattosio. Il lattosio è, in particolare, un tipo di zucchero, che è presente in quantità più o meno alte negli alimenti a base di latte. I sintomi tipici dell’intolleranza al lattosio sono il gonfiore, i dolori addominali, così come la produzione di gas e, quindi, la flatulenza, così come la diarrea o addirittura il vomito, nei casi più gravi. Questo succede perché il lattosio, non digerito in maniera sufficiente, passa dall’intestino tenue al crasso, e lì fermenta con la flora batterica: questa reazione provoca i suddetti sintomi gastrointestinali.
Esistono prodotti, come il latte senza lattosio, in cui il lattosio viene scisso in glucosio e galattosio, due zuccheri più facilmente digeribili. Questa è un’ottima soluzione per chi soffre di intolleranza al lattosio, oltre, ovviamente, a quella di ridurre il più possibile il consumo di alimenti con una quantità alta di lattosio, come ad esempio i formaggi più freschi e il latte intero con lattosio. Esistono, poi, alcuni metodi per ridurre i sintomi provocati dall’intolleranza al lattosio.
Lattosio: ecco i tre metodi per ridurre i sintomi dell’intolleranza e perché funzionano
A rivelarli, è stato anche un noto esperto di chimica, il dottor Matteo Alviani, noto sui social come Il Dexter. Il primo metodo è l’esposizione graduale al lattosio: questo allenerà il microbiota intestinale a essere più efficiente e a sviluppare più enzimi che digeriscono il lattosio, e cioè i lattasi. Questo porta a meno aria, gonfiore e sintomi gastrointestinali. Solitamente, in effetti, anche le persone intolleranti al lattosio possono tollerare fino a 12 grammi di lattosio al giorno, e cioè l’equivalente di un bicchiere di latte al giorno. Assumendo piccole quantità di latticini diluite nei pasti, ad esempio, potrebbe aumentare la tolleranza. Il secondo metodo, suggerito dall’esperto, è invece l’assunzione di kefir.

Essendo il kefir un alimento fermentato, questo contiene dei batteri che digeriscono da soli il lattosio. I fermenti rilasciano betagalattossidasi, che migliora la digestione di quel tipo di lattosio. Il terzo metodo è quello più noto: l’assunzione di integratori di lattasi prima dei pasti. Questo, di fatto, aggiunge i lattasi e rende possibile la digestione del lattosio. Prima di seguire qualsiasi dei tre metodi, e soprattutto il terzo, però, l’intolleranza deve essere accertata e il metodo di riduzione dei sintomi deve essere discusso con il medico. Dopodiché, sarà possibile applicarlo, e questo potrebbe ridurre problemi importanti e sintomi fastidiosi.
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