Per milioni di persone nel mondo, il croissant è il simbolo indiscusso della colazione francese. Basta pensare ai bistrot parigini, ai film ambientati lungo la Senna o alle fotografie su Pinterest di croissant accanto a una tazza di caffè fumante. Eppure, la content creator @builtbytiffy ha scosso questa certezza con un video virale: i francesi non hanno inventato i croissant. La loro vera origine, sorprendentemente, porta dritta in Austria.
Il vero paese d’origine del croissant: l’Austria
Il croissant, o meglio il suo antenato diretto, nasce a Vienna nel XVII secolo con il nome di Kipferl. Durante l’invasione ottomana dell’Austria, racconta la tradizione, i fornai viennesi crearono un dolce a forma di mezzaluna per prendere in giro il simbolo presente sulla bandiera turca. Ogni morso a quel dolce rappresentava, in un certo senso, una piccola vittoria simbolica contro il nemico invasore.

Il Kipferl era dunque molto più di un semplice dolce: era un gesto patriottico, un modo per esorcizzare la paura della guerra e trasformarla in ironia. Il suo impasto era semplice, privo di sfoglia, ma la sua forma e la sua storia lo resero subito popolare nelle pasticcerie viennesi. Da lì, sarebbe iniziato il lungo viaggio verso la Francia.
Da Vienna a Parigi: la rivoluzione di August Zang
La svolta arrivò nel 1839, quando August Zang, imprenditore e ufficiale austriaco, aprì a Parigi una bakery chiamata Boulangerie Viennoise. Lì iniziò a vendere i suoi Kipferl, incuriosendo i parigini con un prodotto mai visto prima. Il successo fu immediato: il gusto burroso e la forma accattivante conquistarono la città. I pasticceri francesi iniziarono presto a reinterpretare la ricetta, aggiungendo strati di burro, lievito e un impasto più arioso. Nacque così una versione del Kipferl molto più soffice, fragrante e profumata, che con il tempo divenne il croissant che conosciamo oggi.
La Francia non ha inventato il croissant, ma lo ha perfezionato. Da un dolce compatto e poco lievitato, i maestri pasticceri riuscirono a creare un impasto sfogliato e leggerissimo. Ogni strato veniva lavorato con cura, e la quantità di burro era fondamentale per ottenere quella consistenza “nuvola” che lo distingue ancora oggi.
Curiosamente, i francesi hanno stabilito anche un codice visivo: un croissant dritto indica che è stato preparato con burro francese puro, mentre un croissant curvo suggerisce l’uso di margarina o altri grassi vegetali. Un dettaglio che dice molto sulla serietà con cui i francesi difendono la qualità del loro prodotto, anche se nato altrove.
Perché crediamo ancora che sia francese
La creator @builtbytiffy ha posto una domanda interessante nel suo video: “Perché pensiamo che i croissant siano francesi?”. La risposta è semplice: il potere dell’immaginario collettivo. Dal XIX secolo in poi, il croissant è apparso in film, pubblicità e romanzi come simbolo della cultura francese. È diventato un’icona estetica, legata all’eleganza, alla lentezza e alla dolcezza tipiche della “vie parisienne”.
Con il tempo, nessuno ha più messo in dubbio la sua origine. Mangiare un croissant è diventato sinonimo di “momento francese”, anche se, in realtà, le sue radici affondano tra le vie di Vienna. Oggi, però, grazie ai social e a creator come @builtbytiffy, questa verità sta tornando alla luce, ribaltando un mito culinario durato più di due secoli.
Il croissant, nato come Kipferl viennese e rinato come specialità francese, rappresenta oggi un perfetto esempio di come la cultura gastronomica si evolva e si mescoli nel tempo. Francia e Austria possono forse contendersi la paternità del dolce, ma entrambe hanno contribuito a renderlo ciò che è: un’icona mondiale della colazione.
Che lo si gusti in un bar di Parigi o in una pasticceria di Vienna, il croissant resta un piccolo capolavoro di storia e sapore, capace di attraversare i secoli mantenendo intatto il suo fascino. E ora che conosciamo la sua vera origine, ogni morso avrà un sapore ancora più interessante.
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