Cesare Bocci strepitoso nel docufiction che riporta al centro la figura di Paolo Borsellino
Un attore dalla forza espressiva straordinaria, e dal viso magnetico. Cesare Bocci è un volto amatissimo del piccolo schermo, che in queste settimane abbiamo ritrovato in tv grazie alle repliche de Il Commissario Montalbano, fiction Rai di grandissimo successo con Luca Zingaretti. Per chi volesse approfondire il talento di Bocci, consigliamo, su RaiPlay, la visione di Adesso tocca a me, un docufilm, firmato da Francesco Miccichè, che ripercorre il valore umano, civile e professionale di Paolo Borsellino, interpretato, appunto, da Bocci.
Il docufilm parte dal punto di vista di Antonio Vullo, interpretato da Giulio Maria Corso, unico agente sopravvissuto all’attentato, per ampliare lo sguardo sul contesto umano e istituzionale in cui si muoveva il magistrato che fu tragicamente ucciso nel 1992 a Palermo in un agguato di stampo mafioso. Il lavoro sulla verosimiglianza, sostenuto da materiale d’archivio e testimonianze dirette, permette di ricostruire non solo i fatti, ma anche l’atmosfera di quei giorni.
L’interpretazione di Cesare Bocci emerge per precisione e profondità: non c’è retorica nei suoi gesti, solo la volontà di restituire l’essenza di un uomo che aveva compreso fino in fondo il costo del suo impegno. La presenza di Antonino Bruschetta nel ruolo di Rino Germanà e di Anna Ammirati nei panni di Agnese Borsellino arricchisce un mosaico narrativo costruito con attenzione, in cui ogni volto racconta una sfumatura diversa della lotta quotidiana alla criminalità organizzata.

La forza narrativa di una memoria che continua a parlare: Cesare Bocci è Paolo Borsellino
Il merito della sceneggiatura risiede nella capacità di far convivere documenti reali e momenti di fiction senza perdere coerenza emotiva. Le interviste ai familiari e ai colleghi del giudice aprono uno sguardo diretto sulla sua umanità, mentre le ricostruzioni drammatiche permettono di rivivere i passi che hanno segnato il suo percorso. La docufiction non cerca effetti emotivi facili: la tensione nasce dalla consapevolezza del destino verso cui Borsellino stava andando incontro e dal peso delle scelte compiute in nome di un Paese che aveva bisogno del suo coraggio. La fotografia, sobria e misurata, contribuisce a dare spessore ai luoghi, trasformandoli in spazi di memoria. Ne emerge un’opera che dialoga con chi osserva, chiedendo di non dimenticare e, soprattutto, di comprendere la portata civile del sacrificio del magistrato.
Cesare Bocci oltre Montalbano: un attore da riscoprire
Il successo ottenuto da “Adesso tocca a me” è legato anche alla maturità artistica di Cesare Bocci, che qui si confronta con una delle figure più delicate della storia della noostra Repubblica. La sua interpretazione restituisce fermezza ma anche vulnerabilità, equilibrio e passione, qualità che negli anni hanno definito un percorso attoriale ricco di sfumature. Per chi in questi giorni lo vede nuovamente al fianco di Luca Zingaretti nelle indagini del commissario più celebre della televisione italiana, la docufiction rappresenta un’occasione per scoprire un lato diverso del suo talento. Il lavoro compiuto su Paolo Borsellino non è solo un esercizio interpretativo, ma un atto di rispetto verso una figura che continua a parlare alle nuove generazioni. La docufiction, accolta con favore dal pubblico e dalla critica, conferma quanto il racconto della memoria possa risultare ancora oggi necessario, capace di generare riflessione e consapevolezza.
