Tra vigneti dorati e silenzio alpino: Chiusa, il borgo ‘lento’ dove l’autunno è un invito alla calma
Un piccolo gioiello incastonato tra le montagne dell’Alto Adige, Chiusa regala un viaggio nel tempo e nella quiete. Tra le sue viuzze medievali e i pendii coperti di vigneti, l’autunno diventa un’esperienza da assaporare lentamente: profumo di castagne, vino novello e antiche tradizioni che rinascono ogni anno. È una destinazione che invita a rallentare, ad ascoltare il silenzio, a vivere l’essenza di un borgo rimasto autentico.
Nel cuore della Valle Isarco, Chiusa (Klausen) custodisce secoli di storia in un dedalo di vicoli, archi e case color pastello. Inserita tra i Borghi più belli d’Italia, conserva un fascino discreto, fatto di insegne in ferro battuto e finestre fiorite. Passeggiando, si incontrano botteghe di artigiani, piccole locande e dettagli che raccontano un passato nobile, attraversato da mercanti e artisti. Fu qui che nel 1494 sostò Albrecht Dürer, trovando ispirazione per i suoi paesaggi alpini: oggi, un sentiero conduce fino alla Pietra di Dürer, un punto panoramico che domina il borgo e regala viste poetiche.
Nel centro, il Museo Civico conserva il celebre Tesoro di Loreto, donato nel Seicento da Maria Anna di Spagna, regina colta e devota. Le chiese gotiche e barocche, come Sant’Andrea, completano un itinerario che unisce arte, spiritualità e bellezza, tra volte affrescate e antichi altari.
Davvero meraviglioso il racconto che fa di Chiusa il creator Lorenzo Giorgetti (@_georgelucky_):
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Il fascino di Chiusa, borgo ‘lento’ in cui l’autunno è magico
Da settembre a novembre, Chiusa si trasforma nel cuore pulsante del Törggelen, la festa contadina che celebra il vino nuovo e i frutti della terra. Le stube si riempiono di luce calda, il profumo delle castagne arrostite si mescola al sentore del vino novello della Valle Isarco, e nelle cantine si riscoprono piatti semplici e conviviali: canederli, speck, dolci di mele. L’intero borgo diventa una tavola diffusa, tra degustazioni, mercatini e concerti.
L’esperienza è più che gastronomica: è un rito collettivo che intreccia memoria, amicizia e identità. I vigneti che circondano il paese si tingono d’oro e di rosso, creando un mosaico naturale che invita alla lentezza, al passo calmo, a soste contemplative lungo le strade di campagna.
Chiusa invita a fermarsi, a camminare senza meta. Dal borgo si sale verso il Monastero di Sabiona, “l’acropoli del Tirolo”, che domina la valle con la sua imponenza silenziosa. I sentieri portano a panorami di rara serenità, fino al Lago di Villandro, dove il riflesso dei boschi autunnali sembra sospendere il tempo.
Anche fuori stagione, la città mantiene un ritmo dolce: in inverno, le luci dei mercatini e il profumo del vin brulé; in primavera, i fiori di melo che punteggiano la valle; in estate, mostre e serate all’aperto tra arte e musica. Ma è l’autunno a rivelarne l’anima più autentica: un luogo dove ogni passo diventa un gesto di calma, ogni incontro un frammento di bellezza quotidiana.
