Nel Medioevo, dormire non era certo l’esperienza confortevole che conosciamo oggi. I letti medievali, per quanto potessero sembrare accoglienti nelle rappresentazioni d’epoca, erano tutt’altro che comodi o igienici. Dalla presenza di pulci e pidocchi alle lenzuola lavate di rado, il riposo notturno era spesso un compromesso tra necessità e sopportazione. Tuttavia, non tutto era così primitivo come spesso si racconta: le differenze sociali e le abitudini locali influenzavano molto il modo in cui le persone dormivano.
L’igiene dei letti medievali: tra paglia, lana e parassiti
La maggior parte dei letti medievali era realizzata con materiali naturali come paglia, piume o lana. Nelle case popolari, il materasso era spesso un semplice sacco di tela riempito di paglia, chiamato palliasse, che veniva sostituito solo poche volte l’anno. Questo favoriva la presenza di pulci, cimici e pidocchi, un problema comune a tutte le classi sociali, anche se i più ricchi potevano permettersi imbottiture di piume d’oca o lana cardata, più confortevoli ma comunque difficili da mantenere pulite.
La pulizia del letto era un’impresa complessa. Smontare, arieggiare e battere i materassi richiedeva spazio e tempo, due risorse spesso scarse. I tessuti erano costosi e lavare le coperte implicava un notevole dispendio d’acqua e di lavoro. Non sorprende, quindi, che molti preferissero semplicemente scuotere la paglia o cambiare il riempimento una o due volte all’anno.
Lenzuola lavate di rado e detergenti insoliti
Le lenzuola medievali erano spesso in lino, un tessuto prezioso e resistente, ma non si lavavano di frequente. Le fonti storiche attestano che il bucato pesante veniva fatto poche volte all’anno, e le lavandaie usavano sostanze naturali come cenere e acqua calda per sgrassare e sbiancare i tessuti. La cenere di legna, ricca di potassa, agiva come una sorta di sapone primitivo.

È interessante notare che l’uso dell’urina come detergente, spesso associato a periodi di scarsa igiene, era in realtà una pratica più antica, tipica dell’epoca romana. L’ammoniaca presente nell’urina serviva a sbiancare i tessuti, ma nel Medioevo questa abitudine era quasi scomparsa, sostituita appunto da soluzioni a base di cenere. Tuttavia, alcuni documenti riportano che in certe aree rurali si continuò a usare l’urina, mescolata alla cenere, come rimedio casalingo per le macchie più resistenti.
Un mobile per dormire, partorire e accogliere
Nel Medioevo, il letto non era solo un luogo dove dormire. Era il centro della vita domestica e, in molti casi, l’unico spazio privato della casa. In particolare, nelle famiglie modeste, il letto serviva per dormire, partorire e accudire i neonati. Le donne spesso davano alla luce i figli direttamente nel letto, assistite da parenti e levatrici, e vi restavano per settimane durante il puerperio.
Nei ceti più alti, la camera da letto poteva diventare un luogo di rappresentanza. In alcune occasioni, gli ospiti venivano ricevuti accanto al letto, dove si servivano dolci e bevande per celebrare nascite o eventi familiari. Tuttavia, l’abitudine di mangiare a letto era rara e limitata a chi poteva permettersi il lusso di essere servito, o ai malati costretti a restare a letto. I pasti principali, anche nelle case nobili, si consumavano in altre stanze.
Letti delle classi ricche e povere: un mondo di differenze
Le differenze sociali erano evidenti anche nel sonno. I nobili dormivano in letti a baldacchino decorati con tessuti pesanti e cortine che servivano a trattenere il calore e garantire privacy. Le lenzuola di lino e le coperte di pelliccia rendevano l’ambiente più confortevole, ma la pulizia restava comunque un problema, poiché le condizioni igieniche dell’epoca non permettevano una manutenzione frequente.
Nelle case dei contadini, invece, il letto era spesso condiviso da più persone, anche con i bambini piccoli. L’idea di un “letto personale” non esisteva per la maggior parte della popolazione. Dormire in gruppo aiutava a mantenere il calore durante i lunghi inverni, ma contribuiva anche alla diffusione di parassiti e malattie della pelle.
Alla fine, dormire nel Medioevo non era esattamente un piacere. Tra materassi pieni di paglia, lenzuola lavate di rado e parassiti onnipresenti, il riposo era tutt’altro che rigenerante. Il letto, però, aveva un valore simbolico e pratico enorme: era il cuore della casa, il luogo dove si nasceva, si riposava e, spesso, si moriva.
Altro dato curioso riguardante il sonno del Medioevo erano le ‘sessioni’: quasi tutti andavano a dormire al calar del sole, dormivano 4-5 ore, lavoravano alle prime ore di sole, per poi riposarsi ancora dopo pranzo.
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