C’è un caso in cui, pur avendo completato le vacanze, è possibile per i turisti ricevere un rimborso integrale. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell’Unione Europea. Esperto di tutela dei consumatori rivela quando è possibile.
La questione dei rimborsi delle vacanze si articola tra due principali scenari: quando il viaggio non si svolge e quando, pur partendo, l’esperienza risulta deludente o problematica. Nel primo caso, il consumatore ha pieno diritto al rimborso se la vacanza viene cancellata per colpa dell’organizzatore, ad esempio per disservizi o annullamenti del pacchetto non comunicati. Gli operatori possono recedere dal contratto solo in casi specifici, come il mancato raggiungimento del numero minimo di partecipanti, ma devono informare con tempestività ed effettuare la restituzione integrale delle somme. In caso di ritardi o rifiuti, il viaggiatore può presentare reclamo e, se necessario, rivolgersi alle autorità competenti per la tutela dei propri diritti. Quando invece la vacanza si svolge ma qualcosa va storto, il viaggiatore può chiedere un risarcimento per il cosiddetto “danno da vacanza rovinata”.
Quest’ultimo un indennizzo che copre i danni economici, come spese impreviste o servizi mancanti, sia quelli morali, dovuti a stress e delusione. È essenziale segnalare subito i disservizi all’organizzatore o al referente locale e raccogliere prove concrete come foto o testimonianze. Il reclamo va inviato preferibilmente entro dieci giorni dal rientro. Invece, il diritto al risarcimento resta valido anche oltre. Può, infatti, essere esercitato fino a tre anni. In mancanza di accordo, è possibile ricorrere al giudice di pace o al tribunale. Le normative europee e nazionali garantiscono dunque una solida protezione ai viaggiatori, purché questi rispettino le procedure, comunichino tempestivamente i problemi e conservino tutta la documentazione utile alla propria tutela. Negli ultimi giorni, la protezione ai viaggiatori è diventata ancora più importante.
Vacanze: ecco quando si può ottenere un rimborso integrale dopo averle fatte
Come spiegato dall’avvocato Massimiliano Dona, un noto esperto di tutela dei consumatori, solitamente il rimborso copre una parte dei soldi spesi per le vacanze, e non tutti. Questo perché comunque dei servizi promessi dal tour operator sono stati offerti. O, in ogni caso, perché una parte della vacanza è stata più o meno fedele a quello che i turisti si aspettavano. Negli ultimi giorni, però, a seguito di un caso specifico, la Corte di giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che è possibile anche ricevere il rimborso integrale della spesa sostenuta per le vacanze. Ciò è stato stabilito per due turisti polacchi, in seguito a una disavventura vissuta da questi ultimi.

Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori ha, infatti, spiegato che i turisti si erano recati in un hotel a cinque stelle in Albania. Appena arrivati, proprio in quell’hotel, hanno, però, incominciato dei lavori di demolizione della piscina. Lavori proseguiti per tutta la vacanza. Questo ha, di fatto, vanificato l’intera utilità della vacanza, perché molti servizi offerti dall’albergo non sono stati resi disponibili per colpa di questi lavori. Questa pronuncia della Corte di giustizia dell’UE ha stabilito, dunque, che d’ora in poi, se la vacanza è stata del tutto rovinata, il turista ha diritto a un rimborso integrale del pacchetto. Deve, però, ovviamente essere un caso limite come quello presentato. Ma la novità è che ciò, ora, è possibile.
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