Un dramedy argentino che esplora con ironia e profondità il tema della libertà nella terza età: 27 notti su Netflix, un film che racconta la libertà, la vecchiaia e il diritto di scegliere
Appena arrivato su Netflix, 27 notti è un dramedy argentino diretto da Daniel Hendler e tratto dal romanzo “Veintisiete noches” di Natalia Zito, ispirato a una storia vera. Un film intimo e delicato, che mescola ironia e malinconia per raccontare la vicenda di Martha Hoffman, una donna di 83 anni interpretata magistralmente da Marilú Marini, costretta dalle figlie a un ricovero psichiatrico dopo comportamenti giudicati “stravaganti”. In ventisette notti di degenza, il film affronta il confine sottile tra la tutela e la coercizione, ponendo una domanda universale: dove finisce la cura e dove inizia il controllo?
Una storia di ribellione e dignità nella vecchiaia: su Netflix 27 notti
Martha Hoffman è un personaggio fuori dagli schemi, una donna libera che rifiuta di essere definita dalla sua età o dalle aspettative della società. La decisione delle figlie di farla ricoverare nasce dalla paura — non solo della sua presunta follia, ma della libertà che rappresenta.
Nel film, Daniel Hendler, che interpreta il perito giudiziario Leandro Casares, costruisce un dialogo teso e poetico tra chi giudica e chi viene giudicato. Nelle stanze spoglie della clinica, emergono verità scomode: le istituzioni che pretendono di proteggere possono diventare strumenti di repressione, e la fragilità non è sempre dove si pensa. Hendler sceglie una regia sobria, quasi teatrale, che lascia spazio agli sguardi e ai silenzi di Marilú Marini, vera anima del film.

Libertà, amore e memoria: i temi di “27 notti”
Il film esplora il tema della libertà degli anziani, del rispetto delle scelte individuali e delle dinamiche familiari con un linguaggio che alterna toni ironici a momenti di struggente introspezione. La fotografia calda e le musiche discrete contribuiscono a creare un’atmosfera sospesa, dove ogni scena diventa un frammento di memoria e di verità.
27 notti non è solo una denuncia del sistema sanitario e sociale, ma anche una riflessione sulla paura dell’invecchiamento e sul modo in cui la società tende a ridurre la complessità della vita alla logica dell’efficienza. Martha, con la sua eccentricità e la sua ostinazione, diventa simbolo di una ribellione silenziosa: quella di chi rivendica il diritto di essere se stesso fino all’ultimo.
Nel ruolo del perito, Hendler porta sullo schermo un uomo combattuto tra il dovere e l’empatia, rendendo la vicenda ancora più umana e universale.
Un film che invita alla riflessione
Con 27 notti, Daniel Hendler realizza un film che parla a tutti: a chi teme di perdere il controllo della propria vita, a chi si confronta con la vecchiaia di un genitore, a chi si interroga sul senso della libertà. La forza del racconto sta nella sua semplicità e nella sincerità dei suoi personaggi, che incarnano con naturalezza la tensione tra affetto e paura, tra protezione e imposizione.
Marilú Marini, con la sua interpretazione intensa e ironica, regala a Martha Hoffman una profondità rara: una donna che non vuole essere una vittima, ma una protagonista del proprio destino. “27 notti” è un film che resta addosso, che commuove senza sentimentalismi e che invita a ripensare il modo in cui guardiamo gli anziani e la loro libertà.
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