Un sentiero tra storia e leggenda conduce ai ruderi di San Martino di Licciorno, nel cuore della Val d’Aveto, dove il fascino delle rovine si intreccia a un racconto popolare di mistero e coraggio
Immersi nei boschi dell’entroterra ligure, i ruderi della Chiesa di San Martino di Licciorno rappresentano una delle tappe più suggestive per chi ama unire natura e storia. Situata nei pressi di Prato Sopralacroce, frazione del comune di Borzonasca, questa antica costruzione medievale è raggiungibile solo a piedi. Un sentiero di circa venti minuti, che parte dalla chiesa di Vallepiana, accompagna il visitatore tra ruscelli, piccoli ponti e cascate fino a un luogo sospeso nel tempo, dove il silenzio domina e la vegetazione ha ripreso possesso delle pietre. Oggi restano in piedi solo l’imponente campanile e parte dei muri perimetrali, avvolti da muschio e edera, che restituiscono un’immagine poetica di decadenza e bellezza. Il percorso, di facile percorrenza, è una piccola avventura che premia con un panorama intimo e meditativo, lontano dai circuiti turistici convenzionali.
Dalle origini medievali alla memoria del territorio: la chiesa
Le prime testimonianze scritte della chiesa risalgono al XIII secolo, ma le sue origini sono probabilmente ancora più antiche. Si ritiene che San Martino di Licciorno fosse in passato la principale parrocchia della valle, punto di riferimento spirituale per le comunità disperse dell’Appennino ligure. Con il passare dei secoli, l’edificio perse la sua funzione religiosa, sostituito dalla vicina chiesa di Santa Maria Assunta di Prato, dove è oggi conservato un dipinto proveniente dall’altare originario. Ciò che resta dell’antico complesso continua però a custodire l’anima del luogo: pietre che raccontano secoli di devozione, trasformazioni e abbandono. Questo equilibrio tra rovina e memoria, tra passato e natura, conferisce ai ruderi un fascino intramontabile, che li rende oggi una meta prediletta per chi cerca esperienze autentiche in contesti storici non convenzionali.
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La leggenda dei fuochi fatui e la donna coraggiosa
Come raccontano i travel blogger Fede Romanello e @belin_che_trip, ad alimentare l’aura misteriosa di San Martino di Licciorno è una leggenda tramandata di generazione in generazione. Si narra che nei pressi della chiesa sorgesse un piccolo cimitero e che, nelle notti più quiete, apparissero tra le tombe dei fuochi fatui, le fiammelle spettrali considerate simbolo di anime erranti. Per smentire le dicerie, una donna del vicino borgo di Zolesi decise di trascorrere la notte nel camposanto, armata solo del suo fuso e della propria determinazione. Ma, durante il silenzio notturno, qualcosa le tirò la gonna: lo spavento le fu fatale, e venne ritrovata morta all’alba, accanto a una tomba. Il suo gesto temerario divenne parte della memoria collettiva della valle, un racconto che intreccia paura, coraggio e destino.