Castagne, non fare mai questo errore nella dieta: nutrizionista rivela come considerarle e a cosa servono

Le castagne sono un alimento simbolo dell’autunno, e inserirle nella dieta è possibile: attenzione, però, a non fare un errore nel quale è facile incappare.

Le castagne sono uno dei simboli più amati dell’autunno e rappresentano frutti ricchi di storia, gusto e valore nutrizionale. Derivano dal castagno, albero diffuso soprattutto nelle zone collinari e montane italiane, dove da secoli costituisce una preziosa risorsa alimentare.  In Italia esistono numerose varietà, ma i marroni si distinguono per dimensioni maggiori, buccia più sottile e sapore più delicato, qualità che li rendono protagonisti della pasticceria. La stagione delle castagne fresche si estende da fine settembre a inizio dicembre, con la piena maturazione tra ottobre e novembre, periodo in cui si moltiplicano sagre e fiere dedicate alla loro raccolta.

Le modalità di consumo sono molteplici: possono essere gustate arrostite come caldarroste, bollite in acqua o latte, oppure essiccate per ottenere una farina utilizzata in dolci tradizionali come il castagnaccio o la polenta dolce. Nella gastronomia autunnale trovano spazio anche in zuppe, ripieni e piatti salati, mentre in pasticceria diventano marron glacé o creme. Versatili e nutrienti, le castagne uniscono tradizione e benessere, offrendo un’energia naturale che accompagna le giornate più fredde della stagione.

Castagne: ecco l’errore da non commettere nella dieta, il consiglio dell’esperto

Per quanto sia un frutto, la castagna è più precisamente un achenio, cioè un frutto secco racchiuso in un riccio spinoso, al cui interno si trova un seme dalla polpa dolce e farinosa. Per questo motivo, non devono essere considerate, nelle diete, come un tipo di frutta. A spiegarlo, è stato un noto nutrizionista, e cioè il dottor Christian Faffini. In particolare, l’esperto ha spiegato che, a differenza della frutta tipica, le castagne non contengono quasi zuccheri semplici, ma sono carboidrati complessi. Questi acheni possono essere inclusi nelle diete, in quanto sono naturalmente privi di glutine, ricchi di carboidrati complessi, fibre e sali minerali, in particolare potassio, fosforo e magnesio. Contengono, come pane e pasta, l’amido, che apporta energia a lento rilascio.

Castagne dieta
La conferma del nutrizionista: castagne come patate o pasta, non come mele o pere.

Inoltre, contengono alcune vitamine del gruppo B. È importante, però, sottolinea l’esperto, che si considerino come sostituti del pane o della pasta, e quindi dei carboidrati complessi, e non della frutta, che invece si mangia spesso a fine pasto. Ciò significa, dunque, che anche le porzioni di castagne, proprio come quelle di pane e pasta, devono essere più basse delle porzioni di frutta e verdura, e devono essere maggiormente controllate, in quanto decisamente più caloriche. Si ricorda, in effetti, che cento grammi di castagne arrosto apportano circa 190 kcal, quindi vanno dosate con attenzione, soprattutto in caso di regimi dimagranti o diabete. Il paragone con altri frutti autunnali fa capire la differenza: si pensi che 100 grammi di mele apportano poco più di 50 chilocalorie, e un etto di cachi, per quanto più calorico, non supera le 75 calorie.