Venerdì 17, come sopravvivere (con stile) alla jella: guida per gli scaramantici

Oggi è venerdì 17: una giornata temuta da molti, ma perfetta per ironizzare su ciò che chiamiamo “sfortuna”.

Oggi è venerdì 17, quella data che, secondo la credenza popolare, trasforma le chiavi di casa in boomerang, i caffè in disastri e i piani perfetti in episodi di “Disastro All’Italiana”. Il 17, già di suo numero inquieto, unito al venerdì – giorno in cui, secondo la tradizione cristiana, avvenne la crocifissione – diventa una miscela esplosiva per chi ama le superstizioni. C’è chi evita di sposarsi, fare viaggi o addirittura uscire di casa, come se il mondo intero tramasse contro di loro. Eppure, l’idea che la sfortuna possa concentrarsi in un giorno preciso è un perfetto esempio del bisogno umano di trovare un colpevole per gli imprevisti. Perché sì, se inciampi sul tappeto di casa, è più facile dare la colpa al calendario che alla tua goffaggine.

In questa giornata di presunto disastro cosmico, è d’obbligo equipaggiarsi con i migliori rimedi scaramantici. Da nord a sud, l’Italia custodisce un intero repertorio di riti anti sfortuna tramandati da generazioni. C’è chi si affida al classico gesto delle corna, rivolte verso il basso per respingere le negatività, o al più elegante “toccare ferro”, che pare neutralizzi ogni presagio nefasto. Quando il sale si rovescia, il rimedio è immediato: un pizzico gettato dietro la spalla sinistra, così da confondere gli spiriti maligni. Nei portoni e nelle case non manca mai il ferro di cavallo, simbolo di protezione e prosperità, mentre il celebre cornetto rosso – meglio se regalato – resta l’amuleto per eccellenza contro il malocchio.

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Venerdì 17, rimedi anti-sfiga: non è vero, ma ci credo

Anche un elefante con la proboscide verso l’alto o una fumigazione di salvia promettono di allontanare l’energia negativa. Esistono poi regole domestiche di buon auspicio: mai aprire l’ombrello in casa, non passare sotto una scala, non capovolgere il pane e soprattutto alzarsi con il piede destro, metafora di un inizio di giornata favorevole. Le superstizioni si intrecciano così alla quotidianità, trasformando piccoli gesti in rituali di conforto psicologico. Che funzionino o meno, restano un modo colorato e ironico di esorcizzare la sfortuna e di ricordare che, in fondo, un po’ di ottimismo vale più di qualunque amuleto.

Il vero antidoto alla sfortuna

Scherzi a parte, la fortuna ha un ruolo nel gioco della vita: può farci trovare un parcheggio inaspettato o farci perdere un treno solo per incontrare la persona giusta alla stazione successiva. Tuttavia, credere che tutto dipenda dal destino è un modo elegante per arrendersi. La verità è che ognuno è artefice del proprio cammino, e anche un venerdì 17 può trasformarsi in un giorno brillante se affrontato con lucidità, ironia e buon senso. Le giornate non vanno “controllate” con amuleti o riti, ma con la capacità di reagire, di adattarsi e di non prendersi troppo sul serio.