Italiano svela: “Quanto spendo in un giorno in Repubblica Dominicana”. Un costo è assurdo

Ecco quanto spende un animatore turistico italiano in Repubblica Dominicana: la cronaca della spesa giornaliera e il costo che colpisce davvero tanto.

La Repubblica Dominicana è oggi una delle economie più vivaci dei Caraibi, grazie a una crescita costante alimentata da turismo, agricoltura, miniere e servizi. Il Paese ha saputo diversificare le proprie fonti di reddito, mantenendo un ritmo di sviluppo tra i più alti dell’area. Il PIL ha registrato aumenti regolari negli ultimi anni, con ulteriori previsioni di crescita per il 2025, segno di una struttura economica solida e in espansione. Il turismo resta la principale risorsa nazionale. Resort e strutture ricettive accolgono ogni anno milioni di visitatori attratti dalle spiagge caraibiche e dal clima stabile. L’agricoltura conserva un ruolo importante, sia per il mercato interno sia per l’esportazione. Prodotti come zucchero, tabacco, cacao e caffè sostengono l’industria agroalimentare locale.

Anche le attività minerarie, con ferro-nichel, oro e ambra, contribuiscono in modo significativo alle esportazioni. Le rimesse dei dominicani all’estero, in gran parte dagli Stati Uniti, rappresentano infine una voce rilevante per l’economia nazionale. Tra i visitatori europei, gli italiani mostrano da anni un forte interesse per la destinazione. Le spiagge di Punta Cana, Samaná e Bayahibe restano tra le mete più amate, grazie alla sabbia bianca e al mare trasparente. Il clima tropicale e i costi contenuti rendono il Paese ideale anche nei mesi invernali. A ciò si aggiunge una rete di accoglienza ben sviluppata, con resort gestiti da connazionali e un’offerta di escursioni culturali e naturalistiche che spaziano da Santo Domingo coloniale alle piantagioni di cacao e ai parchi naturali. C’è anche chi va a lavorarci, in maniera fissa o temporanea, come Cristian Codarazzi, un content creator che ha lavorato in Repubblica Dominicana come animatore turistico.

Italiano parla del costo della vita in Repubblica Dominicana: quanto ha speso in una giornata tipo

Per chi vuole visitare la Repubblica Dominicana, può essere interessante sapere quanto si spende in una giornata tipo in questo Paese caraibico. Prima di tutto, è importante sottolineare che il valore della moneta dominicana è più basso dell’euro, in quanto un euro vale poco meno di 73 pesos dominicani. Nonostante ciò, le spese non sono bassissime per i turisti. Il content creator prima citato, ha, infatti, rivelato quanto ha speso in una giornata non lavorativa, spiegando di non aver pagato poco. Iniziamo da una birra al bar, che è costata 225 pesos, e cioè poco più di 3 euro. Dopodiché, un piatto di pollo fritto è costato 500 pesos, e cioè poco meno di 7 euro. Per un’altra birra, il content creator ha speso altri 225 pesos.

Prezzi di questo tipo sono comprensibili per bar e ristoranti turistici, e non sono nemmeno troppo alti. Sorprende, però, la spesa affrontata per il taxi. L’esperto ha, infatti, rivelato che per recarsi dal villaggio al supermercato, in taxi, ha speso 2000 pesos dominicani, e cioè circa 27 euro. Non solo: il taxi è costato 2000 pesos a testa, in quanto il content creator ha viaggiato con un’altra persona. Per un tragitto non particolarmente lungo, fino al supermercato, insomma, due persone hanno speso quasi 60 euro. Più fattibile, invece, la spesa: per frutta, biscotti, merendine e persino strumenti tecnologici, come un cavo USB, l’esperto ha speso 1719 pesos, e cioè poco meno di 25 euro. Un prezzo non alto, ma nemmeno particolarmente basso.

 

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Il verdetto

Il verdetto sui costi della Repubblica Dominicana è che non sono molto diversi da quelli italiani, almeno per i turisti. Bisogna sottolineare, in effetti, che il content creator ha visitato luoghi turistici, e per questo ha speso decisamente di più di quanto potrebbe spendere un cittadino dominicano in una giornata tipo. Resta sorprendente, però, la spesa per il taxi, decisamente più alta del normale. Il motivo, però, è presto spiegato. I taxi in Repubblica Dominicana risultano, infatti, generalmente costosi per ragioni legate sia alla struttura del mercato sia al modello turistico locale. Le tariffe non sono regolate da tassametro, ma concordate a prezzo fisso con il conducente o secondo tabelle predisposte in hotel e aeroporti. Questo sistema, unito alla forte domanda nelle aree turistiche, genera costi spesso elevati, in particolare sui trasferimenti tra località note come Punta Cana e Bayahibe, dove una corsa può superare addirittura i 120 euro.

Italiano Repubblica Dominicana
Alcune spese rivelate dal content creator. (Fonte: Instagram – the___cris).

La concorrenza limitata incide fortemente sui prezzi. In molti aeroporti, app e servizi molto diffusi in Europa vengono ostacolati o esclusi, lasciando spazio a pochi operatori autorizzati. Inoltre, i taxi operano quasi sempre come servizio privato, con il pagamento riferito all’intero veicolo. In aggiunta, la morfologia del territorio, che comporta spesso tragitti lunghi, contribuisce ad aumentare i costi. Un altro elemento rilevante è la qualità percepita del servizio: le vetture sono nuove, gli autisti spesso parlano lingue straniere e offrono comfort elevato, trasformando la corsa in un’esperienza turistica. A ciò si aggiunge la scarsa disponibilità di mezzi pubblici, poco adatti ai visitatori che cercano sicurezza e rapidità. Infine, i pagamenti in valuta estera con cambi svantaggiosi rendono le tariffe ancora più onerose.