Un antico luogo sacro immerso in un paesaggio fragile e suggestivo: la Chiesa di San Vittorino a Cittaducale
La Chiesa di San Vittorino, conosciuta anche come Chiesa di Santa Maria in Vittorino, rappresenta uno dei luoghi più affascinanti e misteriosi della provincia di Rieti. Edificata secoli fa, oggi appare come una rovina immersa in un contesto naturale tanto bello quanto instabile. Dove le acque sulfuree e i fenomeni carsici hanno determinato il suo lento e inesorabile declino.
L’edificazione della Chiesa di San Vittorino avvenne tra il Trecento e il Quattrocento, su un sito che in precedenza ospitava un tempio pagano. Secondo la tradizione, proprio in questo luogo subì il martirio San Vittorino di Amiterno, vescovo cristiano ucciso nel 96 d.C. Appeso a testa in giù sopra una sorgente sulfurea, trovò la morte per le esalazioni tossiche dei gas sprigionati dal terreno.
Ne parla in un suggestivo contenuto il creator @fede_romanello:
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Il lento sprofondamento della chiesa e le acque sotterranee
A partire dall’Ottocento, la Chiesa di San Vittorino fu progressivamente danneggiata da fenomeni naturali che ne compromisero la stabilità. Il terreno carsico della zona, con falde acquifere superficiali situate a soli 90 centimetri, si rivelò estremamente fragile. La formazione di un sinkhole ne provocò lo sprofondamento, aggravato dal violento terremoto del 1703 che aveva già destabilizzato l’area. Dal pavimento emerse anche una sorgente sotterranea che allagò gli ambienti interni, costringendo all’abbandono dell’edificio.
Nel corso del tempo, gli eventi sismici continuarono a segnare la chiesa: il sisma del 1979 causò il crollo definitivo del tetto, lasciando l’edificio esposto agli agenti atmosferici. Ciò che rimane oggi è una struttura suggestiva e fragile, dove l’acqua continua a sgorgare dal suolo, defluendo direttamente dal portale d’ingresso e trasformando la navata in uno specchio liquido.
Restauri mancati e fascino delle rovine
Nel 1988 furono avviati interventi urgenti dalla provincia di Rieti per rallentare lo sprofondamento e preservare almeno in parte la stabilità della chiesa. Tuttavia, un vero restauro non è mai stato realizzato e l’edificio rimane in stato di abbandono. Ciò che colpisce i visitatori è proprio questa convivenza tra la rovina e la natura: la pietra consumata dal tempo, l’acqua che emerge incessante dal terreno, i resti murari che raccontano secoli di storia.
La Chiesa di San Vittorino non è più un luogo di culto, ma conserva un forte valore simbolico e paesaggistico. Oggi è considerata un esempio emblematico di come i fenomeni naturali, uniti alla fragilità del territorio, possano trasformare un monumento in rovina, lasciando però intatto il suo fascino. Le suggestioni legate al martirio del santo, unite alla bellezza selvaggia della Piana di San Vittorino, rendono questo luogo unico e carico di significati, capace di trasmettere un senso di mistero e sacralità.