In prima serata su Rai 1 il giorno di Ferragosto, torna il film cult che segnò una svolta nella carriera di Roberto Benigni: Il piccolo diavolo
Nel panorama televisivo estivo, spesso dominato da repliche prevedibili e programmazioni di comodo, Rai 1 sceglie una strada diversa per la sera di Ferragosto. La rete ammiraglia del servizio pubblico tenta il colpaccio puntando su un titolo insolito, dimenticato dai più ma ancora capace di sorprendere: Il piccolo diavolo di Roberto Benigni. Il film sarà proposto in prima serata venerdì 15 agosto, offrendo agli spettatori un’occasione preziosa per riscoprire una pellicola che ha segnato una svolta nella carriera dell’attore e comico toscano. In un Ferragosto spesso povero di prime visioni e qualità, Rai 1 scommette su un grande classico dimenticato.
Il piccolo diavolo è un’opera che ha saputo unire comicità surreale e riflessione esistenziale con una leggerezza disarmante. Diretto e interpretato da Roberto Benigni, il film uscì nel 1988 e conquistò immediatamente il pubblico. Diventando in poco tempo campione d’incassi. Accanto a Benigni, in un’insolita ma riuscita collaborazione, recita il celebre attore americano Walter Matthau, nei panni del pacato Padre Maurizio. La vicenda si svolge a Roma, dove il sacerdote viene chiamato a compiere un esorcismo. Ma ciò che accade è tutt’altro che canonico: dal corpo della donna posseduta emerge una creatura imprevista, un piccolo diavolo chiamato Giuditta. Il quale ha le sembianze e il comportamento di un bambino imprevedibile, pieno di curiosità e ignaro delle regole umane.

Il piccolo diavolo, la scelta di Rai 1 per il giorno di Ferragosto
Il successo del film fu tale da valere a Benigni il David di Donatello e il Ciak d’oro come Miglior attore protagonista. Si trattava della sua prima prova d’attore “solitaria”, senza la spalla di colleghi comici, come ad esempio Massimo Troisi. Rappresentò per lui un passaggio cruciale verso il riconoscimento come autore completo. Il film, oggi riproposto da Rai 1 in prima serata il 15 agosto, conserva intatta la sua carica di originalità, facendo sorridere e riflettere anche a distanza di oltre trent’anni.
L’elemento più interessante del film è la rappresentazione del diavolo come una creatura innocente, quasi ingenua. Giuditta, interpretato dallo stesso Benigni, non ha nulla di malvagio: è piuttosto uno specchio deformante dell’umanità, un essere che sovverte ogni convenzione semplicemente perché non la conosce. Il suo modo di interagire con il mondo genera situazioni tragicomiche, spesso imbarazzanti per Padre Maurizio, che tenta invano di gestire la presenza di quel “nipote” improvvisato. La narrazione si sviluppa attraverso una serie di equivoci, gag e momenti di tenerezza, che mettono in luce le contraddizioni e l’assurdità delle convenzioni sociali.
Il film si inserisce perfettamente nella tradizione della commedia all’italiana, ma se ne distacca per il tono quasi fiabesco e per la volontà di guardare la realtà con occhi nuovi, quelli di un essere che non ha pregiudizi.