In Italia c’è il borgo dei brutti: “La bellezza è schiavitù”

Il borgo marchigiano di Piobbico è la culla del Club dei Brutti, un’associazione internazionale che promuove l’inclusione e combatte la discriminazione estetica

A Piobbico, nel cuore delle Marche, esiste un luogo dove l’estetica lascia spazio all’ironia e alla solidarietà. Questo piccolo borgo montano ospita la sede storica del Club dei Brutti, conosciuto a livello globale come World Association of the Ugly People. Nato nel lontano 1879 con un intento pratico e concreto — aiutare le donne considerate “brutte” a trovare marito — il club affonda le sue radici in una storia di umanità e necessità sociale. In un contesto rurale dove il matrimonio rappresentava anche una questione economica, la difficoltà nel trovare un compagno metteva a rischio l’equilibrio delle famiglie. L’associazione nacque dunque con uno scopo funzionale, che nel tempo si è trasformato in una vera e propria filosofia di vita, ponendo al centro la dignità dell’essere umano oltre ogni apparenza.

Nel corso dei decenni, il Club dei Brutti ha superato la sua iniziale funzione matrimoniale per assumere un significato ben più profondo. Oggi è un movimento internazionale che abbraccia decine di migliaia di iscritti, uniti da un ideale comune: smontare l’ossessione per la bellezza fisica e abbattere i pregiudizi legati all’aspetto esteriore. Per far parte del club non è necessario rispettare criteri estetici: ciò che conta è abbracciare la missione dell’associazione. Il club si fa portavoce di una battaglia contro la discriminazione e le pressioni sociali imposte dai canoni estetici dominanti. In un’epoca in cui i social media amplificano il culto dell’apparenza, la voce di Piobbico si leva chiara e forte, ricordando che l’autenticità, la solidarietà e l’accettazione contano molto di più di un volto conforme agli standard.

Molto bello il racconto di questo borgo realizzato dai travel creator Rossella Bozza e Stefano Fera (@fattidiviaggi):

Il ‘borgo dei Brutti’: festival tra ironia, umanità e ribellione culturale

Ogni anno, la prima domenica di settembre, Piobbico si trasforma in un palcoscenico di allegria e irriverenza grazie al Festival dei Brutti. Questa manifestazione goliardica attira visitatori da ogni parte del mondo, incuriositi da un evento che mescola autoironia e messaggi profondi. Vengono eletti simbolicamente il “re dei brutti” e il presidente mondiale del club, a cui è consegnato anche il provocatorio premio “No-bel”. L’intento non è mai offensivo, bensì liberatorio: capovolgere il concetto stesso di bruttezza, spogliandolo del suo carico discriminatorio, e usarlo come chiave per valorizzare la diversità. Il festival è un inno al rispetto reciproco e alla leggerezza, e rappresenta per Piobbico un’occasione di visibilità internazionale che conserva però il calore e lo spirito della comunità locale. In questo piccolo centro delle Marche, si celebra ogni anno una grande lezione di umanità.

Alla fine della visita a Piobbico, resta impresso molto più di un paesaggio: l’esperienza umana di un borgo che ha fatto della solidarietà una bandiera e dell’ironia un’arma contro i pregiudizi.