La casa più colorata d’Italia: esplosione di colori e una storia di vita esemplare

Meta perfetta per le famiglie, simbolo di creatività e gioia visiva, la Casa di Bepi Suà rappresenta un'esperienza unica nel cuore della laguna veneziana, tra sogno e memoria

L’Italia è un museo a cielo aperto, dove ogni angolo cela gioielli artistici che sorprendono per originalità e poesia. Tra i suoi tanti capolavori, il Paese custodisce piccole meraviglie fatte di storie locali, passioni eccentriche e bellezza popolare. Tra questi spicca la Casa di Bepi Suà, sull’isola di Burano, una delle mete più suggestive della laguna veneta. Chi si avventura tra le calli di questa isola pittoresca, dove ogni casa è dipinta con tonalità accese, non può ignorare il fascino visionario dell’abitazione più colorata d’Italia. Un luogo che incanta adulti e, soprattutto, i bambini, per l’atmosfera fiabesca che emana.

A pochi passi da Piazza Galuppi, lungo la strettissima via Al Gottolo, si apre un piccolo campiello dove si trova un’abitazione che cattura lo sguardo come poche altre: la Casa di Bepi Suà. La sua facciata è un’esplosione di forme geometriche e colori intensi — cerchi, triangoli, rettangoli dipinti in blu, rosso, giallo, verde, arancione e viola. Questo caleidoscopio visivo nacque dall’immaginazione di Giuseppe Toselli, detto Bepi Suà, un ex proiezionista e venditore di caramelle che trasformò la sua casa in un’opera d’arte personale. A partire dagli anni Sessanta, ogni giorno aggiungeva nuovi elementi decorativi, mutando continuamente l’aspetto dell’edificio. Ma la vera magia stava nella coerenza creativa: nonostante i cambiamenti costanti, la casa restava sempre riconoscibile, inconfondibile nel suo stile psichedelico.

La casa più colorata d’Italia L’eredità giocosa di un artista di strada

Bepi Suà non si limitava alla pittura. D’estate, il suo spirito generoso e giocoso si manifestava nell'organizzazione di un cinema all’aperto per bambini: tendeva un lenzuolo bianco davanti casa e proiettava cartoni animati e film per tutta la comunità. Questo gesto lo rese un simbolo di affetto popolare e partecipazione culturale, trasformando la sua casa in un punto di aggregazione felice. Dopo la sua morte nel 2002, l’abitazione è stata restaurata con cura, mantenendo la decorazione che aveva nel 1985, anno in cui l’artista concluse la sua opera. Oggi la casa è tutelata come patrimonio artistico della memoria locale e compare in decine di cartoline e fotografie turistiche. Visitarla è come sfogliare le pagine di una favola urbana, in cui l’arte si fa racconto quotidiano.

Chi visita Venezia e desidera allontanarsi dal flusso turistico classico, trova a Burano un’oasi di colore e tranquillità. La Casa di Bepi Suà rappresenta una tappa irrinunciabile, soprattutto per chi viaggia con bambini: è un luogo dove l’arte si presenta in modo accessibile, giocoso e immediato. Non serve spiegare nulla — basta osservare i colori per sentirsi dentro un sogno. L’edificio è anche una testimonianza preziosa del legame tra identità popolare e creatività spontanea, dove l’artista non è un genio isolato, ma un uomo del popolo che ha lasciato un’impronta unica. In un Paese dove l’arte è spesso sinonimo di grandi nomi e musei, la casa di Bepi Suà ricorda che la bellezza può nascere anche da un pennello casalingo, da un desiderio di meraviglia condivisa.