"Mai ordinare pasta in aereo": la reazione esilarante di un passeggero italiano

L'ultima 'avventura' del content creator Piero Armenti: un non memorabile piatto di pasta al pesto, ordinato su un aereo americano

È un’esperienza che abbiamo provato un po’ tutti nella vita, e che quasi sempre ha lasciati delusi, con poche eccezioni. Stiamo parlando del cibo in aereo, che per noi italiani, buongustai di natura ed esigenti di nascita, rappresenta un po’ una specie di scontato cliché. Un pranzo o una cena in aereo non può mai essere qualcosa di squisito, o perlomeno di memorabile. Ma in qualche modo siamo preparati: un aereo non è un ristorante, per cui siamo costretti ad abbassare, e di molto, le nostre esigenze da buona forchetta. Probabilmente abituato alla sua vita americana, il content creator Piero Armenti, italiano ma con cittadinanza americana, ha avuto la pessima idea di ordinare un piatto di pasta su una aereo americano. Il risultato è un video a dir poco esilarante che Armenti (tra l’altro originario della Campania, una delle regioni italiane in cui si mangia meglio), ha condiviso sui suoi seguitissimi profili social. 

 

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Ordina un piatto di pasta su un aereo americano: "Ovviamente è super scotta"

"Prima regola del viaggio: mai ordinare pasta in aereo", scrive in didascalia. Nel video in questione, il travel creator condivide con la sua community il pasto da lui selezionato per il suo viaggio in aereo. Vale a dire un piatto di pasta condita con quello che sembra del pesto, e qualche pezzo sparpagliato di quello che sembra un peperone. La pasta è ovviamente scotta, come sottolineato da Armenti. "Ma non mi aspettavo una pasta al dente", specifica il creatore di contenuti campano. Dalla cui espressione facciale si intuisce anche il sapore di questa pasta: non entusiasmante, per usare un eufemismo.

Forse, una scelta più sensata l'ha fatta la fidanzata Martina, che sceglie, invece, un piatto più semplice: del pollo, con contorno di patate e verdure. Insomma, un’esperienza da non ripetere sicuramente. Ma che serve comunque da promemoria: mai più fidarsi della cucina di un aereo americano. Almeno se sul passaporto la nazionalità è italiana.