Una miniserie colombiana imperdibile che fonde mistero psicologico e critica sociale: da stasera su Netflix
Delirio, disponibile su Netflix da stasera, 18 luglio 2025, è una miniserie thriller psicologica che si annuncia come uno dei titoli più avvincenti dell’estate. Tratta dal celebre romanzo di Laura Restrepo, insignito del Premio Alfaguara e del Grinzane Cavour, l’opera si muove tra delirio mentale e realtà storica, tra segreti familiari e rimozioni collettive. Otto episodi intensi che conducono lo spettatore in un viaggio disturbante ma profondamente umano, capace di restituire il ritratto vivido di una Colombia anni ’80 attraversata da tensioni, memorie e fantasmi irrisolti.
Delirio si apre con un evento destabilizzante: Aguilar, docente universitario, torna da un breve viaggio e trova la giovane moglie Agustina in uno stato di evidente alienazione, persa in una dimensione fatta di gesti incomprensibili e frasi sconnesse. Da questo momento si innesca un’indagine intima, affettiva e allo stesso tempo investigativa: Aguilar si immerge nel passato di Agustina, cercando risposte tra traumi infantili, dinamiche familiari tossiche, misteri sepolti e personaggi ambigui. La struttura narrativa frammentata e non lineare riflette il caos mentale della protagonista, fondendo il presente con flashback sempre più incisivi. La regia gioca con luci e ombre, sfocature e inquadrature disturbate per restituire l’instabilità percettiva che domina il racconto. Delirio non è solo un enigma da risolvere, ma una lenta e dolorosa discesa nella psiche e nei meccanismi del dolore rimosso.
Thriller, critica sociale e grande letteratura su Netflix
Ciò che rende Delirio una visione indispensabile è la sua capacità di tenere insieme diversi piani narrativi: il thriller psicologico, la riflessione sociopolitica e l’adattamento letterario. Ambientata nella Bogotá borghese degli anni ’80, la miniserie tratteggia un ritratto impietoso dell’alta società colombiana, fatta di facciate rispettabili e segreti corrosivi, di ipocrisie familiari e retaggi culturali.
In questo contesto si inserisce il personaggio enigmatico di Midas McAlister, legato al passato di Agustina, simbolo di un’epoca ambigua e contraddittoria. Il cast guidato da Estefanía Piñeres, Juan Pablo Raba e Juan Pablo Urrego, conferisce al racconto un’intensità rara: ogni personaggio sembra portare con sé una crepa, una zona d’ombra, contribuendo a costruire un affresco corale teso e credibile. La scelta di portare sullo schermo un romanzo così stratificato conferma la volontà di Netflix di puntare su contenuti latinoamericani di alto profilo, in linea con progetti ambiziosi come Cent’anni di solitudine.
Un’esperienza visiva e emotiva che lascia il segno
La forza di Delirio sta nella sua ambivalenza: è al tempo stesso intrattenimento e racconto terapeutico, gioco di specchi e studio sulla malattia mentale e sulla memoria collettiva. Non c’è nulla di scontato in questa serie: ogni episodio rilancia la posta emotiva, lasciando allo spettatore il compito di mettere insieme i pezzi di un puzzle doloroso ma affascinante. L’utilizzo della fotografia, con toni cupi e luci taglienti, acuisce il senso di smarrimento e tensione. Anche i dialoghi, mai banali, restituiscono la complessità di relazioni segnate dal non detto e dall’ossessione. Delirio è consigliata a chi cerca un racconto profondo, carico di implicazioni simboliche, capace di interrogare lo spettatore su quanto di irrisolto alberghi nelle storie familiari. Una serie che sfida, commuove, inquieta e, soprattutto, arricchisce.