Il miele è più salutare dello zucchero? Nutrizionista chiarisce finalmente il dubbio e spiega come stanno, effettivamente, le cose.
In molti sono convinti che il miele possa essere un dolcificante più sano dello zucchero. Molti lo considerano un alleato naturale del benessere, capace di rafforzare il sistema immunitario e sostituire lo zucchero con un’opzione più leggera. Ma è davvero così? A smontare questo mito ci ha pensato la nutrizionista Elisa, conosciuta su Instagram come @elisamangiarsano, che ha riportato la questione su basi scientifiche. Il miele non è un superfood e, soprattutto, non è un antibiotico naturale. È un alimento piacevole e gustoso, ma non può essere considerato una soluzione più salutare rispetto al comune zucchero da tavola.
Il meglio è meglio dello zucchero? La risposta della nutrizionista
Per comprendere meglio cosa ha sostenuto la nutrizionista social, bisogna partire prevalentemente dalla composizione. Il miele è formato principalmente da glucosio e fruttosio, proprio come lo zucchero bianco. Cambia la forma chimica: nel miele questi zuccheri semplici sono già separati, mentre nello zucchero da tavola sono legati tra loro sotto forma di saccarosio. Ma, alla fine, per il nostro corpo, il risultato è lo stesso. Quando consumiamo miele o zucchero, introduciamo zuccheri semplici che forniscono energia immediata ma che, se consumati in eccesso, possono portare a squilibri metabolici. Un esperto rivela anche come capire quando si tratta di miele 'falso'.
Visualizza questo post su Instagram
Nonostante il miele contenga piccole quantità di vitamine, minerali e antiossidanti, questi elementi sono presenti in quantità talmente ridotte da risultare trascurabili nell’ambito di una dieta equilibrata. Nessuno mangerebbe miele per integrare ferro o vitamina C, perché le quantità necessarie sarebbero così elevate da superare di gran lunga il fabbisogno calorico giornaliero consigliato. La questione delle calorie, poi, merita un’attenzione particolare. A parità di peso, il miele ha un contenuto calorico leggermente inferiore rispetto allo zucchero: circa 300 calorie per 100 grammi contro le 380 dello zucchero bianco. Tuttavia, il miele è più denso e pesante. In pratica, un cucchiaino di miele pesa di più rispetto a uno di zucchero, e quindi apporta più calorie a parità di volume. Chi pensa di risparmiare calorie scegliendo il miele al posto dello zucchero, dunque, sbaglia.
I valori nutrizionali
Anche dal punto di vista nutrizionale, le differenze tra miele e zucchero non sono sufficienti a giustificare un consumo più abbondante del primo. Le proprietà benefiche attribuite al miele, come la presenza di enzimi e antiossidanti, non hanno un impatto clinicamente rilevante nelle quantità normali di consumo. Per ottenere effetti significativi, bisognerebbe mangiarne a quantità elevate, esponendosi però ai rischi legati all’eccesso di zuccheri: aumento di peso, alterazioni glicemiche, insulino-resistenza e maggiore probabilità di sviluppare diabete di tipo 2 o altre malattie metaboliche.

Le principali linee guida nutrizionali internazionali, come quelle dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) e della Food and Drug Administration (FDA), includono sia il miele che lo zucchero nella categoria degli zuccheri aggiunti. Si tratta di zuccheri che, indipendentemente dalla fonte, devono essere limitati nell’alimentazione quotidiana. Inoltre, l’idea che il miele possa essere utilizzato come antibiotico naturale è stata spesso fraintesa. Il miele di Manuka, per esempio, possiede proprietà antibatteriche. Ma ciò non significa che consumarlo a colazione abbia un effetto curativo sulle infezioni. Il miele può essere utile come rimedio topico su piccole ferite, grazie alle sue caratteristiche fisiche e chimiche, ma il suo ruolo terapeutico finisce qui.
Insomma, il miele è buono e può essere tranquillamente inserito in una dieta varia e bilanciata. Ma non deve essere considerato più sano dello zucchero. Entrambi vanno usati con moderazione, come qualsiasi altro dolcificante, che si tratti di sciroppo d’acero, sciroppo d’agave o zucchero di canna. La chiave rimane sempre l’equilibrio e la consapevolezza di ciò che mettiamo nel piatto.