Lazio segreto, l'eremo scavato nella roccia: tra mistero e spiritualità

Nella Tuscia segreta: l’Eremo di Poggio Conte tra natura, spiritualità e mistero

Situato nei pressi di Ischia di Castro, in provincia di Viterbo, l’Eremo di Poggio Conte è una delle mete più affascinanti e sconosciute del Lazio. Lontano dai circuiti del turismo di massa, si trova in una zona selvaggia lungo la valle del fiume Fiora. Accessibile soltanto percorrendo un sentiero che attraversa boschi, radure e campi, fino a costeggiare una cascata. Questo itinerario stesso contribuisce a creare un’atmosfera quasi sospesa nel tempo, dove la natura sembra custodire i segreti di secoli di storia. Scavato interamente nel tufo su una parete a strapiombo, l’eremo si rivela all’improvviso come una visione mistica. Una vera sorpresa architettonica perfettamente integrata nel paesaggio circostante. La posizione remota e l’ambiente naturale incontaminato rendono questo luogo ideale per chi è alla ricerca di silenzio, contemplazione e meraviglia, tra le suggestioni più autentiche della Tuscia rupestre.

L’eremo è composto da due ambienti distinti, scolpiti direttamente nella roccia tufacea. Il primo presenta una cupola con pilastri e capitelli cubici, decorata da motivi floreali che evocano un raffinato gusto romanico. Il secondo ambiente, più interno, ospita una volta a crociera impreziosita da costoloni dipinti con geometrie, elementi vegetali. Non solo: persino dettagli erotici, insoliti per un edificio religioso. Proprio questa commistione ha alimentato l’alone di mistero che avvolge il sito, da alcuni ricollegato alla presenza templare. L’abside conserva i resti di affreschi rappresentanti due santi mitrati, probabilmente San Colombano e San Savino, figure legate alla tradizione monastica celtica e longobarda.

L'Eremo di Poggio Conte: spiritualità medievale e tracce templari: un’eredità da esplorare

Ancora più notevole era il ciclo di affreschi trecenteschi che decorava originariamente l’ingresso: dodici apostoli e un Redentore, rubati nel 1964, ma in parte recuperati e oggi esposti al Museo civico archeologico di Ischia di Castro. La qualità artistica e la simbologia presente nei dipinti confermano l’importanza dell’eremo non solo come luogo di preghiera, ma anche come custode di un messaggio esoterico e spirituale più profondo.
Bello il racconto che fa di questo luogo la travel content creator Valentina Collina (@vale_hill)

Le prime attestazioni dell’eremo risalgono al 1027, ma è tra il XII e il XIII secolo che il complesso raggiunge il suo apice, in un periodo in cui l’ascetismo si diffondeva come risposta alla mondanità della Chiesa romana. In quest’ottica, Poggio Conte può essere letto come espressione di un cristianesimo primitivo, povero e rigoroso, in armonia con la natura e lontano dal potere. Non mancano indizi che suggeriscono una frequentazione anteriore da parte dei Templari: simboli scolpiti, allineamenti astronomici e la vicinanza con il convento di San Colombano rafforzano questa ipotesi. L’intero sito si configura come un unicum dove arte, fede e natura si fondono in un equilibrio che travalica il tempo. Le tombe rupestri, le grotte circostanti e la presenza della cascata completano il quadro di un luogo capace di emozionare, offrendo un’esperienza autentica e trasformativa. Visitare l’Eremo di Poggio Conte significa intraprendere un viaggio fuori dal tempo, in una Tuscia segreta che custodisce ancora intatti i suoi tesori più profondi.