Cosa significa accarezzare spesso i cani per strada, secondo la psicologia

Cosa significa volere accarezzare spesso i cani per strada e che cosa dice la psicologia in merito.

Capita spesso che mentre si cammina si incrocia un cane e l’istinto è immediato: una carezza sulla testa, una mano sul dorso, un contatto breve ma intenso. Per molti, è un gesto naturale. Dietro quella carezza si nascondono dinamiche psicologiche profonde, legate al bisogno di connessione, al desiderio di benessere e alla regolazione emotiva. Non si tratta soltanto di amore per gli animali.

Il contatto fisico con un cane attiva aree ben precise del cervello umano. La corteccia prefrontale, coinvolta nella gestione delle emozioni e delle relazioni sociali, si accende. Il corpo reagisce: la pressione si abbassa, il battito rallenta, il senso di ansia si attenua. È quanto emerge dagli studi condotti dalle università della Florida e di Marquette, che hanno dimostrato come accarezzare un cane possa portare benefici psicofisiologici immediati

Cosa significa accarezzare sempre i cani per strada: la risposta della psicologia

Il gesto della carezza funziona come una risposta automatica. Toccare un cane riduce i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, mentre stimola la produzione di serotonina e dopamina, responsabili della sensazione di benessere. Anche per questo, dopo aver accarezzato un cane, molte persone riferiscono di sentirsi più rilassate, più serene, persino più concentrate. Esistono poi tratti comuni tra chi sente il bisogno frequente di accarezzare i cani, anche quelli incontrati per caso. Queste persone tendono a essere particolarmente empatiche e sensibili. Riconoscono e comprendono le emozioni altrui con facilità, mostrano pazienza, amano il contatto fisico e coltivano un forte senso di socialità.

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Accarezzare i cani

Per molti, la carezza è una strategia inconscia per trovare conforto. Serve a gestire emozioni difficili, a colmare momenti di solitudine, a cercare stabilità nei giorni più incerti. Non a caso, Boris Cyrulnik, etologo e psicoanalista, ha applicato la teoria dell’attaccamento di Bowlby al rapporto uomo-cane. Secondo Cyrulnik, il cane può rappresentare una vera e propria “base sicura”, capace di offrire protezione emotiva e favorire la resilienza. Il contatto fisico rafforza quel legame di fiducia e crea una sensazione profonda di appartenenza.

Il desiderio di accarezzare i cani è legato anche alla cosiddetta risposta alla tenerezza. Il cervello umano, quando si trova davanti a qualcosa di adorabile, come un cucciolo, attiva il sistema mesocorticolimbico, lo stesso coinvolto nei meccanismi del piacere e della ricompensa. Il rilascio di dopamina genera un senso di appagamento così intenso da poter sfociare, in alcuni casi, in una sorta di frustrazione per eccesso di tenerezza. È il fenomeno noto come cute aggression: quella spinta irrazionale a stringere o accarezzare troppo qualcosa di tenero, senza un motivo logico apparente. Lo studio è stato analizzato da due ricercatrici che hanno coniato il termine, in ambito psicologico, vale a dire, Rebecca Dyer e Oriana Aragòn.

Un desiderio che non è uguale per tutti

Non si può poi trascurare l’effetto stabilizzante che la presenza di un cane può avere sulla quotidianità. Per chi affronta momenti di difficoltà emotiva o di bassa motivazione, anche una breve interazione può diventare un punto fermo, un gesto che restituisce senso di ordine e routine. Accarezzare un cane diventa così un piccolo rito, capace di rimettere in equilibrio. Va però ricordato che non tutti i cani amano essere toccati.

Alcuni possono sentirsi infastiditi, altri semplicemente non sono abituati al contatto fisico con gli estranei. Prima di allungare la mano, è bene osservare il linguaggio del corpo dell’animale. Il rispetto dei suoi tempi e delle sue preferenze è fondamentale. Il desiderio di accarezzare i cani non è uguale per tutti. Varia in base alle esperienze, alla personalità, ai bisogni affettivi di ciascuno. Ma secondo la psicologia, questo gesto riflette un bisogno autentico di connessione e affetto. È un modo per regolare le emozioni, per sentirsi parte di qualcosa, per rispondere a un’esigenza di benessere che riguarda tanto la mente quanto il corpo.