Il presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, informa su una novità in fatto di tutela dei consumatori: Virgin Active Italia, società delle omonime palestre, è stata condannata a pagare 3 milioni di euro
Una vera e propria stangata quella che si è abbattuta su Virgin Active Italia, tra le più diffuse catene di palestre in Italia. L'Antitrust ha infatti condannato la società al pagamento di una sanzione di 3 milioni di euro. Il motivo? Pratiche scorrette nei confronti dei consumatori, che in decine di sono rivolti all'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. Una multa arrivata in seguito a un’istruttoria, avviata alla fine del 2024. Come spiega meglio nel dettaglio Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori, "le informazioni fornite dalle palestre Virgin, lo dice l'Antitrust, erano del tutto inadeguate sui termini, sulle condizioni di adesione, di rinnovo automatico, di disdetta, di recesso anticipato dell'abbonamento".
Non finisce qui: "Inoltre, non c'era nessuna comunicazione sul rinnovo dell'abbonamento, e così moltissime persone ci segnalavano di essere costrette ad andare in palestra, anche se in realtà non erano state correttamente informate".
Palestre, stangata per Virgin Active Italia: sanzione per 3 milioni di euro per pratiche scorrette
"E poi, la cosa più grave", continua Dona, "erano i continui ostacoli all'esercizio del diritto di risolvere il contratto di impossibilità sopravvenuta. Cosa vuol dire? Che se ti rompi una gamba, ti trasferiscono, ti nasce un bambino, sei costretto ad andare in palestra, anche se avresti tutto il diritto di interrompere l'abbonamento. Insomma, e queste sono le parole dell'autorità Antitrust, i clienti di Virgin Active Italia finivano per essere vincolati contrattualmente alla società, cioè alla palestra. Per un servizio, di fatto, non richiesto. E con conseguente addebito dei relativi costi".
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Insomma, a tutti gli effetti azioni riconosciute come pratiche commerciali scorrette. E poi una riflessione finale del presidente dell'Unione Nazionale Consumatori: "Ma insomma, quando si tratta di palestra, come fate a obbligare un cliente a venire? Si tratta di servizi per i quali bisogna arrivare là, belli, felici e contenti. A giudicare dai reclami che riceviamo dai consumatori, credo che questa condanna sia davvero meritata".