Molte volte, il rumore del masticare, ci infastidisce particolarmente. Ma per quale motivo? Ecco una spiegazione psicologica che devi assolutamente scoprire e che ti sorprenderà.
Se ti capita di innervosirti in modo spropositato quando qualcuno mastica rumorosamente accanto a te, potresti essere tra coloro che soffrono di un fenomeno chiamato misofonia. Non è semplice fastidio: è una vera e propria reazione emotiva intensa, spesso difficile da controllare. E la scienza ha molto da dire su questo argomento. Scoprire i dettagli più curiosi, è di sicuro per molti, un modo per poter approfondire una tematica interessante e comune.
Nel 2017, un gruppo di ricercatori dell’Università di Newcastle ha pubblicato uno studio pionieristico sulla rivista Current Biology, che ha gettato nuova luce sulla misofonia. Utilizzando la risonanza magnetica funzionale (fMRI), i neuroscienziati hanno osservato cosa succede nel cervello delle persone che manifestano una forte avversione a suoni specifici come il masticare chewing gum, il sorseggiare o il tamburellare delle dita.
Perché il rumore del masticare è così fastidioso? Studi e considerazioni
I risultati sono stati sorprendenti. Nei soggetti misofonici, l’ascolto di questi suoni attivava in modo anomalo una regione del cervello chiamata corteccia insulare anteriore. Questa zona è coinvolta nell’elaborazione delle emozioni, ma anche nell'integrazione tra stimoli sensoriali e reazioni viscerali. Insomma, è il centro di comando che collega ciò che sentiamo con ciò che proviamo. Mentre una persona senza misofonia potrebbe notare distrattamente un rumore molesto e semplicemente ignorarlo, chi ne soffre lo percepisce come una vera e propria minaccia o violazione dello spazio personale. Il cervello non riesce a “disattivare” l’importanza di quel suono, e la reazione può diventare incontrollabile: irritazione, rabbia, ansia e in alcuni casi persino attacchi di panico.

Gli scienziati ipotizzano che questa ipersensibilità non sia solo una questione di educazione sensoriale o mancanza di tolleranza. Piuttosto, sembra coinvolgere una disfunzione nella connettività tra la corteccia insulare e altre aree cerebrali legate all’autocontrollo e all’autoconsapevolezza, come la corteccia prefrontale. La misofonia, dunque, non è solo una forma estrema di fastidio. È un disallineamento tra suono percepito e risposta emotiva.
Quando il suono diventa nemico: origine, emozioni e conseguenze sociali
Ma da dove nasce questa repulsione così intensa? I ricercatori non hanno ancora identificato una causa univoca. Tuttavia, si pensa che fattori genetici, esperienze traumatiche o sensibilità neuropsicologica possano contribuire. In molti casi, la misofonia si manifesta già in adolescenza e si consolida nell’età adulta. Spesso colpisce persone altamente sensibili, empatiche o dotate di una soglia di attenzione molto sviluppata. Quello che rende la misofonia particolarmente difficile da affrontare è il suo impatto sulle relazioni sociali. Chi ne soffre spesso evita cene in compagnia, pranzi di lavoro o persino situazioni familiari intime per il timore di "esplodere" o di dover reprimere costantemente l’irritazione. Questo può condurre all’isolamento e, nei casi più gravi, a sintomi depressivi.
Eppure, il confine tra fastidio e vera e propria patologia è sottile. Alcuni esperti preferiscono parlare di condizione neurologica non ancora formalmente riconosciuta nei manuali diagnostici, ma ben documentata a livello clinico e comportamentale. Un dato curioso emerso da studi recenti è che la misofonia sembra attivarsi solo con suoni prodotti da persone, raramente da animali o rumori ambientali. Per esempio, il rumore del vento o del traffico non genera reazioni paragonabili, mentre il masticare di uno sconosciuto in autobus può innescare una crisi di nervi. Ma come si convive con la misofonia? Al momento non esistono cure farmacologiche specifiche per la misofonia, ma diverse strategie terapeutiche si sono dimostrate utili. Terapia cognitivo-comportamentale (CBT): aiuta a riconoscere e modificare i pensieri negativi associati ai suoni trigger. Mindfulness e tecniche di rilassamento: riducono la risposta di stress e favoriscono l’accettazione del momento presente. Uso di cuffie con suoni bianchi o musica: mascherare i rumori molesti può fornire sollievo immediato. Educazione familiare e sociale: comprendere il disturbo è fondamentale per non alimentare tensioni nei rapporti interpersonali. Ad ogni modo, questa è solo una parte dell'aspetto psicologico legato a questo fastidio. Ognuno, affronta e gestisce determinate situazioni, come meglio sente.