Giappone, come vendono il latte al supermercato: "Guardate sulla confezione"

In Giappone c'è un modo molto particolare di vendere il latte e anche di capire la tipologia di bevanda che si sta acquistando. A mostrarlo, una nota influencer, molto conosciuta e seguita sui social.

In Giappone ogni dettaglio conta. Anche quello che può sembrare insignificante agli occhi di un consumatore distratto. A dimostrarlo è l’influencer @fiammettafiore_, che durante il suo viaggio nel Paese del Sol Levante ha documentato un sistema di vendita delle bevande decisamente unico. Spesso, del resto, ha parlato di usanze del Giappone, specie nei supermercati, mostrando delle curiosità molto interessanti. Un mondo di simboli, codici e disegni che raccontano molto più di quanto immaginiamo. Non si tratta solo di packaging colorati o accattivanti.

In Giappone le confezioni delle bevande sono un vero e proprio linguaggio. Comunicano, informano e indirizzano la scelta del consumatore in modo chiaro e, a volte, sorprendente. Basta saperle leggere. Una delle scoperte più curiose fatte dall'influencer riguarda le bevande alla frutta. In Italia siamo abituati a leggere l’etichetta per capire la percentuale di succo presente. In Giappone non serve nemmeno leggere: basta guardare.

Giappone, come vendono il latte (e non solo) al supermercato: è tutto sulle confezioni

Se la bevanda contiene il 100% di succo, sulla confezione appare il disegno di un frutto intero. Chiaro, semplice e diretto. Se invece il contenuto è inferiore al 100%, il disegno cambia. Il frutto appare tagliato o sezionato. Un’indicazione visiva immediata che permette di capire in un secondo quanto succo c’è davvero dentro quella bottiglia o cartone. Tra il 5% e il 99% il frutto può anche comparire intero, ma è sempre il contesto grafico a suggerire quanto ne contiene davvero. Una strategia visiva che punta a rafforzare la trasparenza e la consapevolezza del consumatore, ma che affascina anche chi osserva per la prima volta questa logica comunicativa.

Anche il latte in Giappone segue un sistema completamente diverso dal nostro. Mentre in Italia affidiamo la distinzione a scritte come “intero” o “scremato”, magari accompagnate da un colore sulla confezione, in Giappone il trucco è più sottile. Su alcune confezioni di latte è presente un piccolo taglio nella parte superiore del cartone. Non si tratta di un difetto o di un errore di produzione. Quel piccolo segno ha un significato preciso: indica che si tratta di latte intero. Se il taglio non c’è, il latte è scremato. Una scelta minimalista, ma funzionale. Soprattutto per chi è abituato a fare acquisti in velocità o per chi ha difficoltà visive.

confezione latte
La confezione di latte in Giappone. Fonte: Instagram

Le bevande alcoliche: come distinguerle

Un dettaglio apparentemente insignificante, ma che cambia completamente la logica della spesa quotidiana. In Giappone, ogni elemento del packaging viene studiato non solo per attirare l’occhio, ma anche per veicolare informazioni pratiche e immediate. L’attenzione ai dettagli non si ferma alle bevande analcoliche. Anche quelle alcoliche seguono un sistema di identificazione molto preciso. In particolare, per le birre, i sakè o altre bevande contenenti alcol, esiste un codice ben preciso: il braille.

Sulla parte superiore della lattina o della bottiglia è spesso presente una scritta in braille. Questo piccolo dettaglio non è rivolto solo a chi non vede, ma rappresenta un altro tassello della logica giapponese di accessibilità e informazione. Se il braille è presente, la bevanda contiene alcol. Se manca, è analcolica. Un sistema che rende l’identificazione facile, veloce e accessibile a tutti, senza possibilità di errore. Si tratta certamente di un metodo geniale, specie per coloro che non conoscono bene la lingua. Semplicemente con un disegno, si può capire che cosa si sta acquistando o meno.