Camomilla, lasciarla troppo in infusione fa male? Esperto scioglie ogni dubbio

È vero che se lasciamo troppo la camomilla in infusione può far male o addirittura perdere il suo effetto calmante? Un noto esperto chiarisce finalmente ogni dubbio in merito alla questione.

La camomilla è da sempre il rimedio naturale più usato per rilassarsi, conciliare il sonno o semplicemente prendersi una pausa dal caos quotidiano. Una tisana che evoca subito calma e serenità, tanto da essere diventata simbolo stesso del relax. Ma negli ultimi tempi, sui social e non solo, è circolata una voce che ha seminato dubbi tra gli amanti della camomilla: se la bustina resta troppo in infusione, l'effetto calmante svanisce? O peggio, la bevanda diventa energizzante? A rispondere con chiarezza è stato un noto esperto tramite il profilo Instagram di @geopop, la pagina divulgativa molto seguita che si occupa di scienza, natura e curiosità. Il suo intervento ha messo fine a una serie di convinzioni errate che si stanno diffondendo con troppa facilità.

Camomilla, cosa succede se si lascia troppo in infusione: la risposta dell'esperto

Secondo quanto affermato, no, la camomilla non può trasformarsi in un eccitante come il caffè solo perché lasciata in infusione più a lungo. È un falso mito, privo di basi scientifiche. Le molecole che conferiscono alla camomilla le sue note proprietà rilassanti, camazulene, bisabololo e apigenina, non mutano magicamente con il passare dei minuti. Non esiste alcuna reazione che le trasformi in sostanze stimolanti simili alla caffeina.

 

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Molti sostengono che superati i 3 minuti di infusione, la camomilla smetta di fare effetto o addirittura faccia l’opposto. Ma si tratta di una leggenda metropolitana, costruita su malintesi o forse su un’interpretazione sbagliata del modo in cui funzionano le tisane. L’esperto di @geopop ha spiegato che, semmai, la camomilla lasciata troppo a lungo in infusione può perdere una parte della sua efficacia, ma non certo diventare dannosa o stimolante. Le molecole rilassanti, col tempo, potrebbero ossidarsi o degradarsi. Questo significa che l’infuso potrebbe risultare meno potente nel suo effetto calmante. Tuttavia, il principio attivo non si trasforma in qualcosa di completamente diverso.

scienziato camomilla
L'esperto mentre spiega cosa fare con la camomilla. Fonte: Instagram

La differenza nel gusto

Anche se l'esperto non ne parla direttamente, a influenzare la percezione, piuttosto, potrebbe essere il gusto. Una camomilla lasciata in infusione oltre i tempi consigliati, generalmente dai 3 ai 5 minuti, assume un sapore più amaro e intenso. Questo può disturbare o alterare la sensazione di rilassamento che normalmente si associa al gusto dolce e delicato della camomilla appena preparata. Ma si tratta, ancora una volta, di una questione sensoriale e non di chimica.

Inoltre, non esistono studi nella letteratura scientifica che confermino questa teoria secondo cui una camomilla troppo "carica" possa diventare energizzante. Nessuna prova concreta, nessun documento ufficiale, nessuna base farmacologica. Si tratta, semplicemente, di una convinzione infondata che si è fatta largo tra i consumatori grazie al passaparola o a qualche post virale. La camomilla, dunque, resta una bevanda sicura e benefica, anche se tenuta in infusione qualche minuto in più del previsto. L’unico vero consiglio, per mantenerne intatte le proprietà rilassanti, è quello di rispettare i tempi indicati sulla confezione. Non per paura di effetti indesiderati, ma per garantirsi il massimo del beneficio.

Chiarire i dubbi, sfatare i falsi miti e riportare la scienza al centro della conversazione aiuta a vivere con maggiore consapevolezza anche i piccoli gesti quotidiani, come quello di prepararsi una semplice camomilla. Non bisogna temere di lasciare la camomilla leggermente più del previsto anche se, ci sono due sconvenienti: potrebbe diventare più amare e perdere l'effetto calmante, ma non si trasformerà mai scientificamente, in una bevanda energizzante come la Coca Cola o anche il caffè.