Gli utensili da cucina di plastica sono sicuri o pericolosi? Chimico fornisce la sua risposta dettagliata.
Il dibattito è più acceso che mai: gli utensili da cucina in plastica nera sono davvero sicuri? A lanciare l’allarme è stato uno studio condotto negli Stati Uniti, che ha messo sotto accusa questi oggetti così comuni nelle nostre cucine. Ma a riportare equilibrio nella discussione è intervenuto un volto noto del web: il chimico e divulgatore scientifico conosciuto come @ruggerorullini. In uno dei suoi recenti video, l’esperto ha deciso di fare chiarezza su un tema che tocca la salute e la sicurezza di tutti noi. Ha posto la domanda in modo diretto: gli utensili da cucina in plastica nera, che usiamo ogni giorno per cucinare, sono davvero innocui oppure nascondono dei rischi?
Utensili da cucina, sono sicuri o pericolosi? La risposta di un chimico
A sollevare le preoccupazioni è stato uno studio americano che ha analizzato alcuni utensili da cucina in plastica nera. I ricercatori hanno scoperto che all’interno di questi strumenti erano presenti ritardanti di fiamma, sostanze chimiche impiegate solitamente per rallentare la combustione in caso di incendio. Secondo lo studio, durante la cottura o semplicemente a contatto con il cibo caldo, queste sostanze potrebbero migrare nel cibo stesso. Tradotto in parole semplici, significherebbe che finiremmo per ingerirle, inconsapevolmente, ogni volta che cuciniamo.
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Una scoperta che, se confermata, potrebbe far tremare un’intera industria e rivoluzionare le nostre abitudini in cucina. Ma è davvero così? Il chimico @ruggerorullini non nega che la presenza di ritardanti di fiamma sia un tema serio. Ma invita a non farsi prendere dal panico e, soprattutto, a contestualizzare le informazioni. Prima di tutto, sottolinea come lo studio sia stato condotto negli Stati Uniti, dove le normative in materia di sicurezza alimentare sono diverse rispetto a quelle europee. Questo è un dettaglio fondamentale. I materiali e le sostanze ammessi negli utensili americani non sono necessariamente gli stessi che circolano nel mercato europeo. In particolare, lo studio in questione è stato pubblicato su Chemosphere nell'ottobre 2024.

Ma non è tutto. L’esperto rivela che lo studio in questione conteneva un errore di calcolo piuttosto grave: nel valutare l’esposizione umana a queste sostanze, gli autori hanno sovrastimato i dati. L’errore è stato tale da spingere la rivista scientifica a pubblicare una correzione ufficiale. In pratica, la quantità di ritardanti di fiamma che effettivamente potrebbe passare nel nostro cibo era stata calcolata in modo errato, risultando molto più alta di quanto non sia realmente. Un elemento che cambia radicalmente il significato dello studio e le sue possibili implicazioni.
La rassicurazione: le differenze con l'Europa
Rullini lo dice chiaramente: bisogna fare attenzione, sì, ma senza allarmismi. I ritardanti di fiamma sono sostanze che, giustamente, preoccupano. Nessuno vorrebbe ingerirle. Ma bisogna ricordare che in Europa esistono norme molto stringenti sulla sicurezza degli utensili che entrano in contatto con il cibo. Ogni prodotto destinato alla cucina viene sottoposto a test specifici, proprio per evitare che sostanze potenzialmente pericolose finiscano nei nostri piatti. I controlli, in questo senso, sono molto più severi rispetto a quelli di altri paesi. Ecco perché, secondo il chimico, non c’è motivo di allarmarsi se si usano utensili di plastica nera acquistati nel mercato europeo. Le possibilità che contengano ritardanti di fiamma in quantità significative sono molto basse, quasi nulle.
E anche se fossero presenti, i livelli di migrazione nel cibo sarebbero sotto la soglia di rischio. Il messaggio finale è chiaro: la scienza deve informare, non spaventare. Rullini invita a non giocare con le emozioni delle persone e a trattare questi argomenti con criterio. Allarmare il pubblico senza avere basi solide rischia solo di creare confusione e paura ingiustificata. Certo, è sempre buona norma scegliere utensili di qualità, magari con certificazioni che ne attestino la sicurezza. Ma non c’è bisogno di correre a buttare via tutti gli oggetti in plastica nera che abbiamo in casa.