I consigli per una perfetta stiratura delle camicie dispensati dal professore di fisica più amato d'Italia, Vincenzo Schettino
Uno dei volti più amati del mondo della divulgazione scientifica In Italia. Stiamo parlando di Vincenzo Schettino, professore di fisica di origini pugliesi che, grazie al suo canale social @lafisicachecipiace è diventato un vero e proprio personaggio, ora anche del mondo dello spettacolo. Lo vedremo prossimamente al concertone del Primo Maggio, quando salirà sul palco affiancando, con le sue incursioni scientifiche, i conduttori e i cantanti che si alterneranno nel corso dell'evento musicale tra i più attesi dell'anno.
Ma perché è così amato questo divulgatore? Oltre ad un'ottima capacità comunicativa, quel che colpisce di questo professore è la sua genuinità, e il modo di spiegare, semplice e diretto. La fisica, spiegata da lui, appare non più come una materia impossibile, come per la maggior parte degli alunni, ma, al contrario, come un argomento estremamente interessante, che caratterizza la nostra vita quotidiana molto più di quel che immaginiamo.
E sui suoi canali social Schettino dimostra proprio questo: come la fisica regoli le più disparate azioni che compiamo ogni giorno. Come un'attività domestica che in tanti odiano: stirare. La fisica ci viene incontro anche in questo: se conosciamo le regole basilari alla base del ferro da stiro, eviteremo di far danni ai nostri capi di abbigliamento. Vediamo i suggerimenti del professor Schettino.
Camicie, cosa fare subito dopo averle stirate
"I tessuti si riempiono di pieghe in lavatrice, perché l'acqua scombina i legami che le fibre formano tra loro, e l'asciugatura fissa queste pieghe orrende che poi siamo costretti a stirare. Allora, vediamo cosa dice la fisica passando attraverso tre grandezze fisiche: umidità, temperatura e pressione. Partiamo con l'umidità: stiriamo sempre i tessuti leggermente inumiditi, non secchi, soprattutto quelli di origine vegetale come il cotone e la viscosa. L'acqua ci aiuterà a modellare le fibre, e a tenere sotto controllo l'alta temperatura del ferro. Occhio, invece, al vapore, che va usato con cautela, per lo più su fibre resistenti, tipo cotone e lino".
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"Andiamo alla temperatura: il calore del ferro ci dà energia per rimodellare le fibre. Attenzione, però, a non esagerare: fibre come lino e cotone sopportano anche 200°, la lana e la seta fino a 150°. Le fibre sintetiche, oppure quelle delicate come il nylon e l'acetato, non più di 140°, e niente vapore. Allora, siccome è un casino con tutte queste temperature differenti, se ci vengono dubbi su cosa fare per un determinato tessuto, è sufficiente interporre tra il ferro e l'abito che dobbiamo stirare un tessuto bianco semplice, per distribuire il calore e ridurre l'impatto. Magari, non lo so, se ci viene qualche dubbio per qualche abito particolare, facciamo questa cosa".
"Ultima grandezza: la pressione. Pressiamo in maniera uniforme, facendo scivolare costantemente il ferro, ovviamente mai tenerlo fermo a lungo, perché altrimenti si rischia di bruciare il vestito. Consiglio bonus, la forza di gravità: non appena finiamo di stirare, appendiamo il prima possibile gli abiti, specialmente le camicie. La gravità, ciliegina sulla torta, le terrà belle tese".