La zuppa di cozze è un grande classico della tradizione per il Giovedì Santo, ma c’è un ingrediente sorprendente che ne esalta gusto e profondità senza alterarne l’identità: il finocchietto selvatico.
Oggi è Giovedì Santo, giorno che apre il solenne Triduo Pasquale, e in molte case – soprattutto a Napoli e nel Sud Italia – si celebra con un piatto che è rito prima ancora che ricetta: la zuppa di cozze. Simbolo di devozione e identità popolare, questo piatto è preparato con cozze fresche, olio, aglio, peperoncino e pomodoro, spesso accompagnata da pane tostato. Ma anche la tradizione può essere arricchita con piccoli tocchi capaci di esaltarne l’essenza.
Un'aggiunta tanto semplice quanto geniale, che può elevarne il profilo aromatico senza tradirne la classicità: il finocchietto selvatico. Questa erba spontanea, spesso utilizzata nella cucina siciliana e sarda, ha una fragranza fresca, balsamica e leggermente anisata che si sposa perfettamente con il sapore iodato delle cozze. Aggiunto a fine cottura, oppure tritato finemente e mescolato all’olio a crudo, il finocchietto regala una complessità nuova al piatto, rafforzando le note aromatiche del mare.
Il risultato è una zuppa più profumata, elegante e intensa, che mantiene tutta la sua anima mediterranea. Non si tratta di stravolgere, ma di valorizzare: il finocchietto funziona da amplificatore dei sapori, regalando equilibrio tra il salino delle cozze e il piccante del peperoncino.
Un tocco inaspettato: il finocchietto selvatico nella zuppa di cozze
Utilizzare il finocchietto selvatico nella zuppa di cozze richiede attenzione alla quantità: basta un cucchiaino di foglie tritate per porzione. L’ideale è aggiungerlo in due momenti: un pizzico all’inizio della cottura per aromatizzare il fondo di aglio e olio, e una seconda spolverata finale, direttamente nel piatto, per esaltarne la freschezza. Per chi ama sperimentare, può essere anche infuso in olio extravergine d’oliva da usare a crudo come guarnizione.
La zuppa arricchita dal finocchietto si abbina magnificamente a crostoni di pane rustico strofinati con aglio, ma anche a vini bianchi freschi come il Fiano di Avellino o il Verdicchio. Le note erbacee dell’ingrediente aggiunto, infatti, esaltano il profilo aromatico dei vini minerali e agrumati, completando un’esperienza gustativa armoniosa.
Questo accorgimento rende il piatto ancora più versatile, perfetto sia per un pranzo informale che per una cena raffinata a base di pesce. E per chi ama servire piatti memorabili, è un dettaglio che fa la differenza.
La tradizione che si rinnova
Inserire il finocchietto selvatico nella zuppa di cozze è un esempio perfetto di come una ricetta tradizionale possa evolversi senza perdere la sua identità. È un ingrediente che parla la stessa lingua del piatto: quella del Mediterraneo, dei profumi intensi e della semplicità ben calibrata. Non è necessario stravolgere, ma esaltare ciò che già funziona, valorizzando i sapori in modo coerente.
Questo approccio, che affonda le radici nella filosofia della cucina regionale italiana, può essere applicato a molti altri piatti di pesce e frutti di mare. L’importante è restare fedeli agli equilibri, giocando con piccoli dettagli che fanno la differenza. Il finocchietto è uno di questi, ed è destinato a diventare un alleato prezioso nella cucina di chi ama innovare con rispetto.