Il servizio andato in onda a E' sempre Cartabianca: nelle case popolari Ater di Pescara, in Abruzzo. Come una donna malata di cancro è costretta a vivere
Palazzine popolari in Italia è sinonimo di degrado, squallore e abbandono. Sono migliaia le persone che vivono negli edifici di edilizia popolare sparsi lungo la Penisola, alloggi messi a disposizione dai comuni, ma di cui i comuni, nella stragrande maggioranza dei casi, se ne dimentica. Contesti di povertà quasi totale, casermoni in cui vivono famiglie molto spesso numerose e monoreddito, anziani che tirano avanti con una pensione risicata, bambini che crescono tra il grigio dell'asfalto che li circonda, quello delle periferie, lasciate a marcire per anni. Progetti in partenza buoni, ma divenute poi con gli anni dei veri e propri gironi infernali. In cui, chi ci vive, resta ingabbiato da prospettive economiche bloccate, sigillate.
L'ultima testimonianza televisiva di queste realtà arriva da E' sempre Cartabianca, programma di attualità e di approfondimento giornalistico condotto da Bianca Berlinguer. Nella puntata andata in onda ieri sera, martedì 15 aprile, è stato trasmesso un servizio girato in alcune tra le case popolari più in difficoltà del centro e sud Italia. A colpire maggiormente è la storia, raccolta dal programma di Rete 4, all'interno delle palazzine Ater (azienda territoriale per l'edilizia residenziale) di Pescara, in Abruzzo. Qui, una donna malata di cancro ha aperto la porta di casa sua alla troupe della trasmissione Mediaset. Che ha ripreso lo squallore e la pericolosità della situazione in cui è costretta, nonostante la delicata condizione di salute che la affliggono.
Abruzzo: nelle palazzine popolari di Pescara. La storia di una donna malata di cancro, muffa sul soffitto di casa
Nel servizio a cura della giornalista Cristina Pantaleoni, la donna in questione mostra lo stato in cui versa il bagno della casa in cui vive. Il soffitto è quasi interamente nero: le tipiche macchie di muffa che si formano in ambienti afflitti dall'umidità. "Hanno detto che dipende da me, perché non apro la finestra. Gli ho detto che ho un cancro, che ho iniziato la chemio. Ma hanno detto che non posso fare niente". La donna mostra il messaggio WhatsApp che avrebbe inviato a chi di dovere: "Ho iniziato la chemio, ho un tumore al polmone. Questa muffa non va bene, come vogliamo fare?". Ma non avrebbe mai ricevuto risposta. "Sto così da due anni e non si fa in tempo a ripitturare, perché ripitturare perché, tanto, arriva punto e capo".
