Processo penale, anche un parente può testimoniare per l'imputato? L'avvocato fa chiarezza: "È uno di quei casi"

In un processo penale, può un parente testimoniare per l'imputato? Ecco la spiegazione dell'avvocato e le informazioni da conoscere.

Il processo penale italiano, di impronta chiaramente accusatoria, prevede la netta separazione tra giudice, pubblico ministero e difesa. Il giudice svolge un ruolo terzo e imparziale, mentre le parti si confrontano nel contraddittorio per ricostruire i fatti e accertare la verità processuale. In tale contesto, la testimonianza costituisce uno degli strumenti probatori principali. Il testimone è convocato per riferire circostanze di cui ha diretta conoscenza. Prima di deporre, egli è tenuto a prestare giuramento, impegnandosi a dire la verità e a non omettere nulla di rilevante. Tale obbligo rafforza l'affidabilità delle sue dichiarazioni e tutela la regolarità del procedimento.

L’esame testimoniale si articola in tre momenti: l’esame diretto, condotto dalla parte che ha citato il testimone; il controesame, a cura della parte avversa; infine, il riesame, destinato a eventuali chiarimenti. Durante l’esame diretto sono vietate le domande suggestive, mentre in tutte le fasi non sono ammesse domande nocive, che possano compromettere la sincerità delle risposte. Esistono precisi limiti soggettivi all’obbligo di testimoniare. Ne sono esclusi, tra gli altri, i coimputati, i giudici e i soggetti ausiliari del processo. Alcune categorie, come coloro vincolati da segreto professionale, possono inoltre rifiutare legittimamente di deporre. La testimonianza deve vertere su fatti specifici e determinati, con esclusione di valutazioni personali o giudizi morali sull’imputato. Infine, rendere false dichiarazioni o risultare reticenti può costituire reato, configurando l’ipotesi di falsa testimonianza.

Processo penale: un parente può testimoniare per un imputato? Ecco cosa dice l'avvocato

A proposito di processi penali, in questo articolo si risponderà a un quesito che molti potrebbero essersi fatti: è possibile far testimoniare un parente nel processo penale? A questa domanda, ha risposto Giuseppe Di Palo, un noto avvocato ed esperto di diritto penale. L'esperto, in particolare, ha spiegato che, nel nostro Codice di Procedura Penale, non ci sono incompatibilità per le quali un parente, e cioè, ad esempio, una moglie, un figlio o un fratello, non possano testimoniare in un processo. Non c'è, dunque, una preclusione in senso stretto, e le testimonianze dei parenti saranno giudicate allo stesso modo dei soggetti terzi, e cioè quelli, potenzialmente, senza un conflitto d'interessi. C'è, però, un appunto da fare.

È, infatti, proprio il parente che può decidere di non testimoniare, una volta seduto sul banco dei testimoni. È, infatti, uno di quei rarissimi casi in cui la legge italiana consente a un testimone la facoltà di astenersi dalla testimonianza. Questa facoltà può essere esercitata sempre, eccetto nel caso in cui il testimone non sia un denunciante o, comunque, una persona offesa dal reato. Una persona maltrattata dal coniuge, dopo aver denunciato, dovrà, ad esempio, testimoniare, e non potrà avvalersi della facoltà di non testimoniare. In linea generale, comunque, l'avvocato ha spiegato che un imputato, se ha necessità di inserire un parente nella sua lista di testimoni, per essere scagionato da un parente, può farlo senza problemi.

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