Olio EVO, l'errore più comune in cucina: perché bisogna evitarlo il più possibile

In tanti commettono questo errore con l'olio EVO: ecco perché rovina gusto e proprietà

Uno degli errori più comuni quando si utilizza l’olio extravergine di oliva è conservarlo nel modo sbagliato, compromettendo non solo il sapore ma anche le sue proprietà benefiche. In molti tendono a lasciarlo vicino ai fornelli, dove è più comodo da afferrare mentre si cucina. Ma il calore diretto e la luce alterano la sua composizione, facendolo irrancidire più rapidamente. Un olio rancido perde gran parte dei suoi antiossidanti naturali e sviluppa composti indesiderati, non salutari per il nostro organismo. Anche l’esposizione all’aria – quando si lascia la bottiglia aperta – accelera l’ossidazione. Per mantenere intatti i polifenoli e la vitamina E, è fondamentale conservarlo al riparo da luce, calore e ossigeno, dentro bottiglie scure o contenitori ermetici in luoghi freschi e asciutti.

Il colore dell'olio EVO non dice tutto: ecco cosa guardare davvero

Molte persone commettono l’errore di valutare la qualità dell’olio EVO basandosi esclusivamente sul suo colore, credendo che una tinta più verde o dorata indichi maggiore pregio. In realtà, il colore non è un parametro affidabile: può variare in base alla cultivar, al periodo di raccolta e al metodo di estrazione. Ciò che conta davvero è quanto riportato sull’etichetta. La dicitura “olio extravergine di oliva” deve essere accompagnata da un livello di acidità inferiore allo 0,8%, dato che rappresenta uno dei criteri chiave di qualità. Altri elementi da considerare sono l'origine certificata, la data di raccolta delle olive e le modalità di spremitura. I veri esperti valutano un olio EVO attraverso le sue caratteristiche organolettiche: profumo erbaceo, gusto equilibrato e un leggero pizzicore finale sono segnali positivi.

olio EVO

Come (non) usarlo in cucina: occhio al calore

Un errore che si commette spesso in cucina riguarda l’uso improprio dell’olio EVO durante la cottura. Molti lo impiegano per friggere o per cucinare ad alte temperature, senza sapere che l’olio extravergine ha un punto di fumo relativamente basso, intorno ai 210°C (410°F). Quando supera questa soglia, si degrada rapidamente, perdendo le sue proprietà nutrizionali e generando sostanze potenzialmente nocive. Per questo motivo, è preferibile non utilizzarlo per fritture prolungate, ma piuttosto per brevi rosolature o, meglio ancora, a crudo. Usato a crudo su verdure, zuppe, legumi o insalate, esprime tutto il suo valore, sia dal punto di vista salutistico che gastronomico. In questo modo si preservano antiossidanti, aromi e tutti i benefici per la salute legati ai grassi monoinsaturi.