Telefonate dei call center, la guida dell'esperto: quando si tratta di truffa

La guida di Max Dona contro le telefonate mute dei call center

Una vera e propria guida contro gli abusi di molti call center quella fornita da Massimiliano Dona, presidente dell'Unione Nazionale Consumatori. Che dai suoi profili social offre un utile e completo vademecum al consumatore su come comportarsi quando ci succede qualcosa di ormai molto, molto frequente. Stiamo parlando delle cosiddette telefonate mute, circostanza che sarà capitata, almeno una volta, a chiunque. Quando, cioè, il telefono squilla, noi rispondiamo, ma dall'altro capo non c'è nessuno.
Di cosa si tratta? Ce lo spiega Dona. "Le chiamate mute sono l'ennesimo abuso dei call center ai nostri danni, persino legalizzato. La buona notizia è che potrebbe non essere una truffa, ma un modo dei call center per ottimizzare i loro processi a nostre spese".

Nel dettaglio, spiega l'esperto di tutela dei consumatori, accade che i call center impostino "un certo numero di chiamate automatiche, ma queste sono molte di più di quante non siano i centralinisti pronti a rispondere. Il rischio è che qualcuno chiami il mio numero in modo automatizzato, ma non c’è ancora l’operatore che vuole vendermi qualcosa. Insomma, una sorta di overbooking, quello che fanno le compagnie aeree: prenotano più chiamate rispetto a quante persone non possano rispondere. Il tutto ai nostri danni, perché ci stanno disturbando: rispondiamo, e non sentiamo nessuno. Ed anzi, non sapete quanti consumatori si preoccupano davanti a queste telefonate".

Telefonate mute, la pratica dei call center: quando fare attenzione

 



La cosa un po’ paradossale, continua Dona nel suo video esplicativo, "è che questa pratica è stata persino disciplinata dal Garante della Privacy. E’ bene che sappiate che alcune chiamate mute sono dovute a questa cattiva pratica, altre arrivano semplicemente per verificare se la nostra sim è attiva: il call center vuole essere certo che quel numero sia profittevole, visto che molte sim che non sono più attive nel nostro paese".

C'è, infine, una terza situazione, quella a cui prestare più attenzione. "Questa, effettivamente, può essere la più grave. Chiamano per sapere chi c’è in casa. Magari una signora ultraottantenne che è un po’ smemorata, o che non ci sente bene. E quindi nei giorni successivi, quella stessa persona, sarà vittima di una truffa. Magari chiamerà qualcuno, simulando di essere un parente in difficoltà. Ma a parte i casi di vera e propria truffa, quel che è certo è che la chiamata muta è l’ennesimo modo per disturbarci e per mettere in agitazione i consumatori".