La testimonianza di un nostro lettore, Kevin (nome di fantasia): studente dalla Calabria a Milano per studiare, tra mille sacrifici e un futuro incerto
"Sono partito dalla Calabria con la speranza di costruirmi un futuro migliore, studiando in una delle università più prestigiose di Milano. Lasciare la mia terra non è stato facile, ma ero convinto che sarebbe stato un sacrificio necessario per avere più opportunità, per crescere e costruirmi una carriera solida. Quello che non avevo previsto, però, era il costo spropositato della vita in questa città. Milano è bellissima, dinamica, piena di stimoli, ma ha un prezzo che per uno studente fuori sede è quasi insostenibile. Trovare casa è stato un incubo: annunci che spariscono dopo pochi minuti, affitti da capogiro, richieste assurde di garanzie economiche. Proprietari che chiedono pagamenti in nero o mesi di cauzione irragionevoli. Dopo settimane di ricerche e porte in faccia, ho trovato una stanza in periferia, in un quartiere lontano dall’università, a un prezzo che comunque pesa enormemente sul mio bilancio mensile".
"Per potermela permettere, ho dovuto trovare un lavoro a tempo pieno. Faccio il cameriere in un bar, spesso con turni di sera e nei fine settimana. Il problema è che lo studio ne risente: arrivo alle lezioni già stanco, il tempo per preparare gli esami è sempre meno e spesso mi ritrovo a rimandarli. Il risultato? Il mio percorso accademico si allunga e con esso il mio soggiorno a Milano, in un circolo vizioso che sembra non finire mai".
"Sono uno studente, per me l'affitto in questa città è troppo caro"
"Questa situazione non riguarda solo me. Molti miei amici e coetanei calabresi hanno rinunciato prima ancora di partire, scegliendo università meno costose o restando giù. Il problema non è la mancanza di voglia di studiare o di impegno: è semplicemente una questione economica. Le borse di studio, quando arrivano, non bastano a coprire neanche la metà delle spese. I pochi posti in studentati pubblici vanno via subito e le alternative sono affitti privati improponibili. Questa situazione crea un’inevitabile disparità tra chi può permettersi un’istruzione di alto livello e chi no."
"Studiare in una grande città del Nord, in un’università prestigiosa, è ancora un privilegio, non un diritto. Le conseguenze sono gravissime: intere generazioni di studenti meridionali sono costrette a scegliere percorsi meno competitivi o a rinunciare del tutto a una formazione adeguata. Il divario tra Nord e Sud, che tutti fingono di voler colmare, si allarga ancora di più, perché la vera discriminante non è il merito, ma il reddito. E così, mentre provo a portare avanti i miei studi tra mille difficoltà, mi chiedo: ha davvero senso dover lavorare a tempo pieno per poter studiare? O forse, in Italia, l’università non è ancora per tutti?".