"Quanto mi hanno pagato per una giornata di lavoro come cameriera: mi vergogno"

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Nadia, una lettrice che ci scrive da Roma. Ha deciso di condividere con noi la sua ultima esperienza lavorativa, per invitarci tutti a una riflessione che abbiamo ritenuto fondamentale

La lettera di Nadia si apre così: "Ho 25 anni e lavoro come cameriera da diversi anni. Ho deciso di scrivervi per raccontare la mia ultima esperienza lavorativa, una di quelle che ti fanno riflettere su quanto sia diffusa la mancanza di rispetto per la professionalità dei giovani lavoratori. Qualche giorno fa, sono stata contattata per una giornata di prova in un ristorante. Mi è stato detto che, se avessi dimostrato di essere all’altezza, ci sarebbe stata la possibilità di un contratto. Con entusiasmo e voglia di dimostrare le mie competenze, mi sono presentata puntuale, con un bel sorriso e pronta a lavorare".

"La giornata è stata intensa. Mi sono occupata di apparecchiare, servire i tavoli, gestire gli ordini e risolvere qualche piccolo imprevisto. Non mi sono mai tirata indietro e ho dato il massimo, nonostante non ci fosse alcun accenno a una pausa o a un pasto per ristorarmi durante il turno. Alla fine della giornata, quando ho chiesto informazioni su come sarebbe proseguito il rapporto lavorativo, il ristoratore ha sorriso e mi ha messo in mano una banconota da 10 euro, liquidandomi con un frettoloso “Grazie, ti faremo sapere”. Dieci euro per quasi dieci ore di lavoro. Un euro all’ora, per intenderci. Non ho ricevuto una ricevuta, né alcun tipo di contratto o accordo. Siamo davvero arrivati a questo punto?".

cameriera

Dieci euro per una giornata di lavoro come cameriera: "Siamo davvero arrivati a questo punto?"

"Mi ferisce leggere continuamente commenti di chi dice che “i giovani non vogliono lavorare”, quando la verità è che siamo spesso sfruttati, sottovalutati e privati della dignità che ogni lavoro meriterebbe. Essere giovani non significa essere meno competenti o meno degni di rispetto. Ogni professione ha un valore, e chi lavora dovrebbe essere pagato in modo giusto, non trattato come manodopera a costo zero.
Scrivo questa lettera perché vorrei che la mia esperienza diventasse uno spunto di riflessione. Non è accettabile che nel 2025 ci siano ancora datori di lavoro che si approfittano del bisogno e della buona fede dei lavoratori, specialmente dei più giovani".

"Credo che sia arrivato il momento di cambiare mentalità e di dare il giusto valore a chi ogni giorno si impegna, spesso in condizioni tutt’altro che facili. Non chiedo favoritismi, ma semplicemente rispetto e un trattamento equo, che dovrebbe essere la base di ogni rapporto lavorativo. Spero che la mia testimonianza possa contribuire ad accendere una luce su una realtà che tanti di noi, purtroppo, conoscono fin troppo bene".

Se anche tu vuoi condividere con noi e raccontare la tua esperienza lavorativa, scrivici al seguente indirizzo: posta@tuttonotizie.eu