Emilia-Romagna, abbassa la saracinesca uno storico negozio di tappeti: la crisi del commercio prosegue inesorabile
"Mi spiace chiudere, ma non c'è nessuno a cui posso affidare la mia attività". Queste le parole del titolare di un noto negozio di tappeti, che ha raccontato ai colleghi di RiminiToday la storia del suo negozio, che oggi arriva al capolinea. Parliamo di negozi che chiudono, di serrande abbassate contro la volontà di chi, per decenni, le ha tenute alzate, di dispiaceri di generazioni di commercianti a cui non resta che gettare la spugna, lasciandosi alle spalle un bel capitolo della loro vita. Una frase indicativa, e che non è affatto inusuale: nessuno più vuol proseguire le attività degli storici negozianti, in primis i loro figli. Tenere aperto un negozio non è più un affare, come poteva esserlo un tempo.
Le motivazioni le conosciamo: la crisi del commercio che imperversa in Italia ormai da oltre dieci anni, senza parlare dei costi di gestione altissimi. Utenze alle stelle, affitti che mai si sono adattati a un carovita sempre più soffocante.
Tenere aperto oggi un negozio: una quotidiana guerra
Costi dei carburanti, fornitori, materie prime. Un'emorragia di denaro, sempre in uscita: le entrate non bastano a sostenere le spese, che diventano maggiori degli incassi. Responsabili, nostro malgrado, lo siamo un po' tutti: l'e-commerce e le app tramite cui facciamo shopping comodamente seduti sul divano di casa, hanno, alla fine, sedotto anche quelli che dicevano che mai avrebbero acquistato un prodotto senza toccarlo. I grandi colossi del settore hanno cambiato, a poco a poco, le nostre abitudini, il nostro stesso modo di pensare all'attività dell'acquisto. Tutto è divenuto iper accessibile, e molto più conveniente del negozio fisico. Dove il reso non è contemplato: un cambio, al massimo. Ma, certo, il negoziante i soldi indietro non li può restituire, com'è giusto che sia.
Troppi fattori contro, troppe spese, troppo pochi i clienti che negli anni hanno varcato la soglia dei loro negozi. I commercianti, come una razza in via di estinzione, spariscono, di fatto, giorno dopo giorno. Una dopo l'altra, si spengono le vetrine dei negozi che in tante città ne hanno fatto la storia, ne sono stati a lungo il volto. Generando sempre un'ondata di rammarico in chi, alla fine, si ricorda di quel tale locale, dopo che per anni non vi ci era più entrato. Fanno bene i negozianti a battere in ritirata, e fanno ancor meglio i loro eredi, figli e nipoti, a fermare le generazioni di commercianti. Alla luce dell'attuale situazione economica, è una categoria che, di fatto, non ha futuro, senza aiuti statali e incentivi che risollevino la categoria. Che da sola, è destinata a morire.